L'addio
sabato 8 Novembre, 2025
Lutto nel mondo della musica: addio a Peppe Vessicchio. Quella volta al Trentodoc: «Non volevo fare il direttore, ma scrivere e mettere insieme le note»
di Redazione
Aveva 69 anni, fatale una polmonite interstiziale. Nel 2024 fu ospite alla rassegna trentina
È morto a 69 anni Peppe Vessicchio, direttore d’orchestra, arrangiatore e volto amatissimo della musica italiana. Il celebre maestro si è spento questo pomeriggio all’ospedale San Camillo di Roma a causa di una polmonite interstiziale.
«Il Maestro Giuseppe Vessicchio è deceduto oggi in rianimazione all’A.O. San Camillo Forlanini a seguito di una polmonite interstiziale precipitata rapidamente. La famiglia chiede riserbo. I funerali si svolgeranno in forma strettamente privata», recita la nota ufficiale dell’ospedale romano.
Il maestro di Sanremo
Nato a Napoli il 17 marzo 1956, Giuseppe “Peppe” Vessicchio è stato uno dei direttori d’orchestra e arrangiatori più amati dal pubblico italiano. Figura simbolo del Festival di Sanremo sin dagli anni ’90, ha saputo unire altissima competenza musicale e popolarità, conquistando anche i telespettatori grazie al suo ruolo di insegnante nel talent show Amici di Maria De Filippi.
Ha collaborato con grandi nomi della musica italiana come Gino Paoli, Edoardo Bennato e Peppino di Capri, firmando brani entrati nella storia come Ti lascio una canzone e Cosa farò da grande.
Presenza fissa al Festival di Sanremo per quasi trent’anni, ha vinto quattro edizioni come direttore d’orchestra: nel 2000 con gli Avion Travel (Sentimento), nel 2003 con Alexia (Per dire di no), nel 2010 con Valerio Scanu (Per tutte le volte che) e nel 2011 con Roberto Vecchioni (Chiamami ancora amore).
Nel 2024 a Trentodoc
Nel 2024 Vessicchio aveva preso parte al Trentodoc Festival, dove aveva presentato un progetto che univa musica e vino insieme all’imprenditore Riccardo Iacobone. L’idea, basata sul concetto di “armonia naturale”, prevedeva bottiglie affinate in musica, per valorizzare l’effetto sonoro sui processi biologici.
«Il suono ha la capacità di agire sugli organismi viventi», spiegava il maestro. I proventi del progetto erano destinati a finanziare la formazione di dodici giovani musicisti dell’Accademia Peparini, con l’obiettivo di portare la musica nei luoghi più difficili, “dove nessuno può ascoltarla”.
Durante l’incontro a Trento, Vessicchio aveva raccontato con ironia: «Dirigere l’orchestra è una frase che mi insegue, ma io volevo solo scrivere e mettere insieme le note». Un percorso che lo ha portato a diventare uno dei più stimati arrangiatori italiani, tra sperimentazione elettronica e collaborazioni con le principali case discografiche.
Aveva ricordato con affetto il legame tra musica napoletana e genovese e la collaborazione con Mia Martini a Sanremo con La nevicata del ’56: «Era lei a dirigermi, non il contrario». Indimenticabile anche Chiamami ancora amore di Vecchioni: «Quando Roberto ha cantato, ha dato tutto se stesso. A noi è arrivata un’ondata d’amore».
Amato per la sua eleganza e ironia, Vessicchio era diventato negli ultimi anni un’icona pop, protagonista di meme e affettuose campagne social.