la storia

giovedì 6 Novembre, 2025

Il sindaco di Riva incontra il Papa: «L’ho invitato a visitare la nostra città. Lui non ha escluso la possibilità»

di

Il viaggio in Vaticano per valorizzare la figura del missionario Angelo Confalonieri nato nel 1813 sulla costa trentina del lago di Garda

«Ho consegnato la targa della città di Riva al Santo padre Papa Leone XIV e l’ho invitato a venirci a trovare. Lui mi ha sorriso e non ha escluso la possibilità». Poche parole, questione di secondi, una stretta di mano e il reciproco scambio di stima e reverenza che hanno unito sotto il cielo di Città del Vaticano il pontefice e il sindaco di Riva, Alessio Zanoni.

Un momento indelebile che ha suggellato una giornata importante per Riva, il suo percorso di Pace e la sua storia, per l’occasione racchiusa nella figura del missionario Angelo Confalonieri. Figura nata a Riva il 22 giugno del 1813 e migrata in Australia nel 1846. Uomo colto e religioso che ha saputo instaurare un rapporto di parità con gli aborigeni entrando in sintonia con loro tanto da venir poi considerato un loro pari ottenendo (evento assai raro e in questo caso unico per l’epoca) un nome aborigeno. Tutto è nato in conseguenza di un evento organizzato dall’ambasciata australiana e d’Italia della Santa Sede che hanno voluto riconoscere e far conoscere al Vaticano e al Papa l’importante ricerca scritta dal noto insegnate, ricercatore e scrittore Rolando Pizzini, di Salorno.

Per l’ambasciatore australiano della Santa Sede Keith Pitt il rivano Confalonieri è stato il primo missionario che ha saputo mettersi al pari degli aborigeni nel pieno rispetto delle loro culture e tradizioni. Proprio per questo Confalonieri fu subito in grado di apprendere rapidamente le lingue di quella regione sorprendendo gli studiosi dell’epoca che rimasero sorpresi dalle sue capacità di integrazione. Al missionario rivano si devono due importanti frasari bilingui tra lingue indigene e inglesi che divennero un unicum del tempo in Australia. La sua figura di missionario era differente perché non si basava sulla più classica evangelizzazione. Tutto questo gli permise di essere riconosciuto dalle comunità aborigene che gli affidarono il nome di Nagoyo, che significa padre. Un orgoglio per la città di Riva che il sindaco Zanoni ci ha tenuto a riconoscere: «Sono stato a Roma perché uno studioso, Rolando Pizzini, ha scritto un libro sul missionario rivano Angelo Confalonieri che ha operato in Australia. Quando questo libro è stato tradotto in inglese l’ambasciata australiana in Santa Sede ha voluto organizzare un riconoscimento ufficiale. Per questo siamo andati a Roma, abbiamo partecipato ad una conferenza nell’aula magna dell’università durante la quale si è presentata la versione inglese di questa ricerca “Angelo Confalonieri among the aboriginal people of Australia” e poi abbiamo incontrato il Papa e gli ho consegnato la targa della città con raffigurata la foto della Riva dell’epoca di Confalonieri.

Don Angelo è ricordato come l’unico missionario che non ha fatto chiesa ma che ha fatto parte attiva della comunità aborigena, tanto da essere stato riconosciuto uno di loro e ad avere un nome aborigeno. In quell’occasione – confida Zanoni – l’ho invitato a Riva e lui molto gentilmente mi ha risposto che non esclude la possibilità».