giovedì 6 Novembre, 2025

Il dolore a Lavis per la morte di Alex Ugolini, la famiglia: «Era il sole, fa male al cuore»

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Domenica sera stava accompagnando un’amica (ancora in rianimazione). Appassionato di motori e camion, quest’anno si era aperto una sua azienda agricola e avrebbe provato l’esame come maestro di sci

Da domenica sera, da quando era rimasto coinvolto in un terribile schianto con l’auto lungo la statale 43, all’altezza dello svincolo per Denno, la vita di Alex Ugolini, 22 anni di Lavis, era rimasta appesa a un filo. Ci hanno sperato i familiari, i tanti amici che sono stati al suo capezzale in questi giorni con i volti segnati dalle lacrime, che accadesse un miracolo, che si potesse risvegliare. Ieri purtroppo si sono dovuti arrendere alla terribile realtà. I medici del reparto di rianimazione dell’ospedale Santa Chiara di Trento, dopo il periodo di osservazione durato sei ore, ne hanno dichiarato il decesso alle 20 circa. «Per noi una grande tragedia» le parole dei parenti, inconsolabili. Una tragedia che è di una famiglia ma anche di un’intera comunità.
«Già domenica sera sapevamo che avremmo perso il nostro Alex, purtroppo non ce l’ha fatta, no: abbiamo trascorso 72 ore di agonia, le 72 ore più lunghe della nostra vita. Abbiamo male al cuore, è a pezzi. Siamo disperati» fa sapere zia Giorgia Ugolini che non riesce a trattenere le lacrime e a darsi pace. Lei, con l’altra zia Monica, con i nonni Luciano e Giuliana, hanno cresciuto con tanto amore quel ragazzo e le sue sorelle più grandi, le gemelle Aurora e Beatrice, assieme al padre Ezio Ugolini.
Una vita a Maso Callianer, la frazione più a nord del paese di Lavis, dopo Zambana e dopo la Nave: poche case, poche vie, immerse nelle campagne, quelle a cui il ventiduenne Alex lavorava con tanta dedizione e tanto impegno.
Il ragazzo, lo schianto
«Era il sole per noi, amava la vita, era un generoso, dal cuore grande, sempre sorridente. Lui con le sue passioni per i motori, per la campagna e per lo sci» ancora la zia che racconta del nipote e dei sogni che coltivava e che in parte stava realizzando: dalla passione appunto per i motori che gli aveva trasmesso il padre camionista, con cui aveva girato l’Europa fin da quando era piccolo, all’azienda agricola che aveva aperto a suo nome quest’anno, e ancora l’esame per diventare maestro di sci che voleva ritentare. Insomma, uno splendido ragazzo con tanta voglia di vivere, di realizzarsi, di far stare bene gli altri. Tutto cancellato da un maledetto destino che ha spezzato la giovane vita sulla statale a Denno, complice il maltempo che tra l’altro domenica sera non ha reso possibile l’arrivo del medico in elisoccorso. «Alex aveva riportato a casa la fidanzata a Mezzolombardo e stava dando un passaggio all’amica 18enne, finita anche lei ricoverata in rianimazione al Santa Chiara — fa sapere la parente — Alex era appunto un generoso e quando la studentessa dell’alberghiero gli ha chiesto di accompagnarla al convitto lui è passato a prenderla. Al bivio per Denno, a causa del maltempo, di quelle bombe d’acqua, mio nipote ha perso il controllo dell’auto ed è finito sull’altra carreggiata da cui è sopraggiunta un’altra vettura e c’è stato lo scontro». All’arrivo dei soccorsi era tutto un ammasso di lamiere e i vigili del fuoco hanno dovuto liberare gli occupanti con le pinze idrauliche. L’inizio di un incubo per chi voleva bene ad Alex e continuerà a farlo.
Passioni e progetti
Chi era e cosa faceva la vittima dell’incidente di Denno lo racconta ancora zia Giorgia. «Alex aveva smesso presto gli studi e a sedici anni era andato a lavorare in un’azienda di trasporti, lui grande amante dei motori, una passione che gli aveva trasmesso fin da piccolo papà Ezio, camionista, che se lo portava in giro per l’Europa nei suoi viaggi: tutti si ricordano di loro due in viaggio».
Ma Alex Ugolini ha voluto realizzare poi un altro suo progetto, portando avanti la tradizione di famiglia. «Ha scelto un’altra sua passione e cioè la campagna — riferisce la parente — Quest’anno aveva infatti aperto un’azienda agricola che porta il suo nome, prendendo dei terreni da coltivare e acquistando un trattore che gli era arrivato da poco, una decina di giorni fa. Alex era l’orgoglio di nonno Luciano e infatti questi lo aveva anche aiutato a comprare il mezzo». Una decisione, quella di «lasciare» i motori per lavorare la terra, che il 22enne aveva spiegato così alla zia: «Il camion rimane nel mio cuore ma non è più un lavoro redditizio, preferisco lavorare la terra e stare all’aria aperta con i miei ritmi». Quando poi è riuscito ad avere un trattore tutto suo «era entusiasta», felicissimo. «Ora posso dormire sul bilico del trattore» diceva e mostrava il suo sorriso migliore.
Nella vita del giovane c’era comunque spazio anche per lo sport, lo sci. «Gli piaceva tantissimo sciare e quando arrivava la neve per lui era il momento più bello dell’anno — racconta ancora la zia — Aveva fallito l’esame come maestro di sci ma non voleva arrendersi ed era determinato a ritentarlo quest’anno. Diceva che lo avrebbe fatto per i bambini a cui voleva insegnare. Non vi dico quanto era felice quando aveva indossato per la prima volta la giacca dello Sci club Paganella…». Un sorriso, un’energia, una vitalità che rimarranno nei cuori di tutti coloro che lo hanno conosciuto e che ora lo piangono. «Abbiamo il cuore a pezzi» ripetono i parenti.