Sanità
giovedì 30 Ottobre, 2025
Mancano medici, de Pretis (Ordine): «Professione poco attrattiva, servono azioni concrete. Senza alloggi e supporto i professionisti non arrivano»
di Patrizia Rapposelli
La grave carenza in Trentino preoccupa. Il presidente dei camici bianchi suggerisce qualche proposta
«Alloggi e ambulatori: senza strutture e supporto i medici di famiglia non arrivano.» Così Giovanni de Pretis, presidente dell’Ordine dei medici di Trento, riflette sulla grave carenza di medici di medicina generale in provincia. «La situazione locale è critica — denuncia il sindacato dei medici Smi Trentino —. Il rischio è che i cittadini rimangano senza medico di fiducia, costretti a rivolgersi a strutture alternative.»
L’Ordine dei medici: “Paghiamo errori di programmazione”
«In generale, la carenza di medici sul territorio è un problema che coinvolge tutta la categoria — sottolinea de Pretis —.
Questa situazione è il frutto di programmazioni passate sbagliate, che non hanno tenuto conto dei fabbisogni reali. Non è stato valutato adeguatamente il numero dei medici prossimi alla pensione, e oggi ne paghiamo le conseguenze.»
Un paradosso riguarda anche la formazione specialistica: «Ogni anno, a livello nazionale, sono disponibili circa 17mila posti per le specializzazioni, ma 4mila restano vuoti — osserva —. Si tratta di borse finanziate che però non vengono utilizzate.»
Il Trentino è tra i sette territori italiani dove il bando per le borse di formazione 2025-2028 in medicina generale ha visto più posti che candidati: su 40 borse, sono arrivate solo 25 candidature.
«I numeri dimostrano la scarsa attrattività di alcune branche della medicina, in particolare quella generale e quella d’urgenza, dove circa il 50% delle borse rimane vuoto.»
“Una professione sempre meno appetibile”
Ad aprile, l’Azienda provinciale per i servizi sanitari (Apss) aveva pubblicato un bando per 47 incarichi vacanti, ma sono arrivate solo 29 domande, e appena 18 medici hanno accettato l’incarico.
«La figura del medico di famiglia risulta sempre meno appetibile, soprattutto per i giovani — spiega de Pretis —.
Il carico di lavoro è eccessivo, aggravato dalla pandemia, e la burocrazia è pesante, così come la solitudine professionale di chi lavora da solo.»
Per invertire la rotta, il presidente propone soluzioni concrete:
«Aiutare i medici a trovare un alloggio, nella scelta della sede e nell’organizzazione dell’ambulatorio.
Serve ridurre la burocrazia e garantire percorsi di formazione mirata e supporto costante.»
I sindacati: “Agire subito, o i cittadini resteranno scoperti”
Alla base della crisi, secondo il sindacato Smi Trentino, c’è una combinazione di carichi di lavoro insostenibili, pressioni dei pazienti, difficoltà economiche e problemi logistici legati a studi e alloggi.
«Migliaia di cittadini rischiano di restare senza medico di fiducia — avverte il sindacato — e saranno costretti a rivolgersi a Case di comunità o a studi singoli con visite programmate.»
Per questo, chiedono interventi immediati: «Serve introdurre la possibilità per i medici di scegliere la dipendenza dal Servizio sanitario provinciale, e trasferire la formazione dei futuri medici di base all’Università di Trento, per rendere più attrattiva la medicina generale.»