valle di fiemme

venerdì 24 Ottobre, 2025

Cavalese, abete stroncato dal bostrico: la sua morte diventa un caso. Il Comune vuole farne un’opera d’arte ma la Cpc dice «no»

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«El pezo del Gazolin» era uno degli alberi monumentali della valle. Mazzucchi, membro della Commissione: «Benché secco, resta un elemento del bosco»

Era un abete rosso enorme, un gigante silenzioso della Val di Fiemme alto 30 metri. Di anni ne aveva circa 200 e a ogni lustro spingeva la sua cima più in alto di circa un metro e mezzo. «El pezo del Gazolin» era uno degli alberi monumentali della valle. Grande e fiero, sembrava destinato a durare per sempre, invece a luglio scorso ne è stata decretata la morte. A spegnerlo, un nemico minuscolo e terribile: il bostrico. «El pezo del Gazolin» è ancora in piedi: domina il bosco lungo la strada che dalla cascata di Cavalese porta alla Val Moena.
Il comune di Cavalese, in una recente delibera, ha scelto di rendergli onore trasformandolo in un’opera d’arte immersa nel bosco, la cui esecuzione è stata affidata all’artista Tomaso Baldassarra. L’abete avrebbe dovuto essere tagliato a un’altezza di circa 5 metri, dopodiché l’artista avrebbe fatto scaturire dal suo possente tronco un’opera che permettesse al visitatore un’esperienza interattiva e coinvolgente. Il condizionale è d’obbligo, visto che giovedì scorso è arrivato lo stop dalla Cpc, la Commissione per la Pianificazione Territoriale e il Paesaggio della Comunità Territoriale, che ha bloccato il progetto. In commissione era presente Marcello Mazzucchi, dottore forestale oggi in pensione, divulgatore e profondo conoscitore dei boschi di Fiemme. «Questo albero è un’opera d’arte di madre natura e tale deve rimanere», ha spiegato. Mazzucchi ha oltre quarant’anni di esperienza nel campo. Da sempre osserva gli alberi con un occhio da poeta, oltre che quello di tecnico.

Nel 2012 era stato incaricato dall’Apt di raggruppare in una pubblicazione i fusti più maestosi e caratteristici della valle, e così era nata la pubblicazione «Alla scoperta degli alberi monumentali». In quelle pagine «El Pezo del Gazolin» era ritratto circondato dall’abbraccio di un gruppo di bambini: «Ricordo che ci sono voluti tutti i bambini di quella classe di asilo per fargli il giro», sorride. Ignaro delle intenzioni della giunta comunale, anche recentemente si era recato al cospetto del maestoso fusto. «Nell’arco della mezzoretta in cui ero lì, ho visto arrivare 7-8 turisti che si sono precipitati a fotografarlo. Ho ritenuto di fare uno scritto indirizzato al sindaco invitandolo a preservarlo così com’è, suggerendo una targa che ne racconti la storia e la vicenda del bostrico». Forse un gesto premonitore, visto come si sono evolute le cose. Il Comune nel frattempo aveva approvato il progetto. «Ma poi si sono accorti che l’albero va assoggettato a tutela», prosegue. «Penso sia questione di sensibilità, e di rendersi conto che, benché secco, rimane un elemento importante e prezioso del nostro patrimonio boschivo. Mi piacerebbe ci fosse armonia di intenti perché la bellezza non può essere motivo di divisione o di contrasto. Deve invitare a un confronto sereno ed essere strumento di unione».

Sul fatto di lasciare in piedi un albero morto di oltre 30 metri, Mazzucchi si dice tranquillo: «Si trova in una strada di bosco e non in un contesto urbano. Ha una base enorme, parliamo di una circonferenza di 5-6 metri, e radici gigantesche. Ora è spoglio, quindi la neve non si accumulerà al punto di stroncarlo. Inoltre si trova in una piccola valle sottovento, tant’è che lì anche Vaia non ha fatto danni». Alla riunione della Cpc era presente anche Mansueto Vanzo, assessore all’urbanistica e all’edilizia del comune di Cavalese. «Era doveroso un confronto con la tutela, la quale ha espresso parere contrario alla prosecuzione del progetto di valorizzazione artistica. Le strade percorribili ora potrebbero essere fare ricorso in giunta provinciale, o attenersi a questa decisione. Non ho ancora avuto occasione di confrontarmi con la giunta, ma a titolo personale mi sento di dire che prendiamo atto di questa decisione. Il Comune potrà eventualmente fare delle valutazioni in merito alla sicurezza attraverso perizie forestali». Un capitolo de «El pezo del Gazolin» si è dunque appena concluso, ma a quanto pare questo albero continuerà a raccontare la sua storia, e ad intrecciarne molte altre con i suoi visitatori.