La prova

domenica 19 Ottobre, 2025

Esonda l’Adige, ma è solo un’esercitazione della Protezione civile

di

A San Michele all’Adige la manovra con 160 operatori e 50 residenti coinvolti nel ruolo di figuranti

Oltre 160 operatori della Protezione civile del Trentino e 50 residenti sono stati impegnati nel pomeriggio di ieri in una complessa esercitazione che ha interessato il territorio comunale di San Michele all’Adige. L’iniziativa, parte della Settimana della Protezione civile del Trentino, ha fatto da cornice al convegno dei Vigili del fuoco volontari del Distretto di Mezzolombardo ed ha coinvolto in particolare il Corpo dei Vigili del Fuoco volontari di San Michele all’Adige, che quest’anno celebra il 140° anniversario di fondazione. L’esercitazione aveva l’obiettivo di simulare diversi scenari di rischio idraulico e idrogeologico, in particolare legati alla piena del fiume Adige e all’innalzamento della falda, fenomeni che in determinate condizioni possono mettere in crisi gli scantinati della parte sud dell’abitato. “Queste esercitazioni sono fondamentali per testare sul campo la capacità di risposta del sistema di Protezione civile e per consolidare la collaborazione tra tutte le strutture operative” 
ha spiegato Stefano Fait, dirigente generale del Dipartimento protezione civile, foreste e fauna, che ha seguito da vicino le operazioni. “San Michele all’Adige ha dimostrato un’eccellente organizzazione e un forte spirito di comunità, elementi essenziali per affrontare in modo efficace eventuali emergenze reali” ha concluso.

Nel complesso, l’attività ha coinvolto 130 volontari del Distretto dei Vigili del Fuoco di Mezzolombardo, della Croce Rossa e della Croce Bianca e 30 operatori dei Servizi provinciali (Bacini montani, Prevenzione rischi e Cue, Foreste e Corpo forestale del Trentino).
Tra le criticità simulate, sono state affrontate situazioni di filtrazioni alla base degli argini, contrastate con la posa di coronelle (sacchi di sabbia), e il rischio di erosione e cedimento del terreno imbevuto d’acqua, mitigato attraverso la stesura di teli protettivi.
Un ulteriore scenario ha previsto la gestione di un accumulo di materiale legnoso in acqua, potenzialmente pericoloso per la stabilità dei ponti. A valle del ponte della ferrovia Trento–Malé, sul lato sinistro dell’Adige, è stata inoltre simulata una situazione di sormonto dell’argine. Durante le operazioni è stata anche simulata l’evacuazione preventiva di una parte della popolazione nella zona sud di San Michele, con la collaborazione di 50 cittadini volontari che hanno interpretato vari ruoli e situazioni di fragilità, mettendo alla prova la capacità organizzativa e di assistenza del sistema di Protezione civile.
L’esercitazione ha comportato l’attivazione della Sala operativa per il servizio di piena presso il Dipartimento Protezione civile, foreste e fauna a Trento, e del Centro operativo comunale (Coc) presso le aule dell’Istituto agrario di San Michele all’Adige (Fondazione Mach), perché ad una quota più alta e quindi in zona non esposta a rischi idraulici. Erano presenti, tra gli altri, il sindaco Alessandro Ziglio, l’ispettore distrettuale Umberto Meneghini e il comandante Denis Cuel.