Sanità
martedì 30 Settembre, 2025
La road map (aggiornata a settembre 2025) del nuovo ospedale: «Arriverà nel 2033 e costerà 820 milioni»
di Ubaldo Cordellini
È corsa contro il tempo: il progetto dovrà essere approvato il 5 febbraio

Il nuovo ospedale di Trento (vietato chiamarlo Not anche per scaramanzia, ora si dovrà dire Pout sigla che sta per polo ospedaliero e universitario trentino) vedrà la luce nel 2032 e sarà consegnato nel 2033. La gara d’appalto dovrebbe essere bandita e terminare entro il 2026 e i lavori dovrebbero partire nel 2027. Il condizionale, vista la telenovela Not naufragata dopo quindici anni di sconfitte al Tar e al Consiglio di Stato, è d’obbligo, ma per ora la pronuncia del Consiglio di Stato, che non ha concesso la sospensiva della gara d’appalto dopo che il raggruppamento di imprese guidato dallo studio Altieri di Vicenza secondo classificato nella gara vinta dalla cordata guidata da Ati project si era visto dare ragione dal Tar di Trento, autorizza la Provincia a sperare che questa sia la volta buona. La mancata concessione della sospensiva e la fissazione dell’udienza di merito il prossimo 26 febbraio, danno alla cordata di Ati Project il tempo necessario per concludere l’ingegnerizzazione del progetto di fattibilità tecnico economica in tempo utile, cioè entro il 5 febbraio, per poter essere depositato agli atti del procedimento al Consiglio di Stato e mettere i giudici davanti al fatto compiuto.
Questo fa tirare un grosso sospiro di sollievo al presidente della Provincia Maurizio Fugatti e alla struttura commissariale guidata da Antonio Tita che vedono la possibilità di cercare di tagliare i tempi che si erano già allungati di molto rispetto al termine del 2031 ipotizzato fino al primo stop del Tar. Adesso, però, si tratta di galoppare: «La mancata sospensiva ha permesso all’Ati project di portare avanti il lavoro e di dare una prospettiva progettuale all’opera. Ora abbiamo un termine che è il prossimo febbraio», ha detto ieri Fugatti in conferenza stampa per presentare i primi rendering del progetto e il nuovo cronoprogramma insieme ai dati di massima aggiornati sull’opera.
Il commissario Tito spiega che ora la sfida è fare tutto in pochi mesi: «Entro il 10 ottobre l’Ati project dovrà depositare il progetto di fattibilità tecnico economica, entro il 5 febbraio si dovrà depositare al Consiglio di stato l’ingegnerizzazione di questo progetto. E a quel punto il ricorso sarà reso vano. Se il progetto sarà finito i ricorrenti non potranno chiedere il subentro, ma al massimo un indennizzo. A quel punto potremo partire subito con i lavori per la gara d’appalto per assegnare la costruzione dell’opera che dovrà terminare entro il 2026 con l’individuazione del soggetto economico che realizzerà l’ospedale. Probabilmente il Consiglio di Stato ha scelto questi tempi proprio perché si tratta di un’opera strategica coordinata da una struttura commissariale. Ed è un segnale anche per i passaggi successivi, anche per la gara per la realizzazione. Così le imprese dovranno concentrarsi più sulla competitività della loro offerta più che sui ricorsi».
La vicecommissaria, l’ingegnera dell’Apss Debora Furlani aggiunge i tempi e i primi dettagli del progetto: «Per ora l’Ati Project si è dimostrata una macchina da guerra e ha fatto un gran lavoro in poco tempo. Il progetto esecutivo dovrà essere redatto dall’impresa che vincerà la gara nel 2027 e sempre nel 2027 dovranno partire i lavori che dovrebbero terminare nel 2032 e nel 2033 l’opera sarà collaudata. Il Pout ospiterà anche le funzioni ora a Villa Igea, al Crosina Sartori, in via Paolo Orsi e alla banca del sangue. La struttura avrà, in alcuni punti, un’altezza massima di 40 metri. La superficie ospedaliera sarà di 195.000 metri quadrati; 2.200 metri quadrati saranno quelli per le funzioni sanitarie non ospedaliere. I posti letto saranno 840 ma potranno arrivare fino a 1.145 perché tutte le stanze potranno essere doppie. Per le degenze medico-chirurgiche vi saranno 548 posti letto (aumentabili fino a 816). Le stanze saranno molto grandi. Le indicazioni dicono che negli ospedali universitari devono essere più grandi del 10 per cento rispetto alle altre. Noi le abbiamo previste del 15 per cento più grandi. Ci saranno 30 sale operatorie e la struttura sarà a piastre proprio per fare in modo che da un punto si possano controllare più funzioni. Questo per tenere conto della scarsità di personale. Il costo previsto sarà di 820 milioni di euro. È salito anche perché adesso comprende anche la centrale termica».
U.C.