Politica
domenica 28 Settembre, 2025
Ordini del giorno mai applicati e interrogazioni senza risposta rimaste nei cassetti: Manica (Pd) attende dal 2023
di Donatello Baldo
L'attività del consiglio provinciale in numeri: su migliaia di odg appena 119 quelli approvati e 25 quelli effettivamente attuati, quasi un terzo delle interrogazioni viene ignorato

Quando un ordine del giorno viene approvato dal Consiglio provinciale, il proponente fa salti di gioia, convinto di aver già portato a casa il risultato. Manda ai giornali il comunicato stampa, scrive sui social orgoglioso di aver strappato un impegno preciso della giunta su questo o su quel tema. Peccato che quell’impegno non sia affatto cogente, che la giunta non abbia obblighi di sorta ad attuare l’ordine del giorno. E infatti, dei 118 approvati in quest’ultima legislatura, solo 25 sono stati presi in considerazione. Per alcuni c’è ancora tempo, ma la prassi è far finta di niente. Dare parere favorevole e mandare il tutto nel dimenticatoio. Altro strumento di sindacato ispettivo dei consiglieri provinciali, che hanno anche la funzione di controllo sull’esecutivo, sono le interrogazioni. Altro tasto dolente, perché le risposte della giunta si aggirano sul 70%.
Interrogazioni nei cassetti
Rimanendo a quest’ultima legislatura, ci sono interrogazioni vecchie di quasi tre anni. Quella più «antica», datata 12 dicembre 2023, è del capogruppo del Pd Alessio Manica che chiedeva i tempi e i costi di realizzazione delle opere affidate ai commissari, compresi i relativi compensi per consulenze e incarichi. Nessuna risposta. Quella della consigliera di Avs Lucia Coppola è di gennaio 2024, chiedeva lumi sul restauro di Malga Zonta. Nessuna risposta. E di maggio è la richiesta di «chiarimenti sul costo dei direttori generali delle società partecipate e sulla durata del loro incarico» depositata dal consigliere di Onda Filippo Degasperi. Nessuna risposta. Quando, per legge, «la giunta è tenuta a rispondere entro trenta giorni, comunicando la risposta anche al presidente del Consiglio che ne cura la trasmissione a tutti i consiglieri». Tempi raddoppiati solo per domande particolarmente articolate. Tempi in ogni caso disattesi.
Bene Rossi, male Fugatti
La rilevazione della percentuale di risposta alle interrogazioni parte dalla XIII legislatura (vedi grafico). In questa e in quella successiva il governatore era Lorenzo Dellai, e allora il tasso di risposta era attorno al 90%. In quella di Ugo Rossi — la XI legislatura — il record: le risposte agli atti di controllo, quindi interpellanze e interrogazioni, raggiungono il 92,6%, che poi scendono al 72,4% alla fine della prima legislatura del centrodestra, rimanendo su questi valori anche in questa.
Odg ostruzionistici
Oltre agli atti di controllo, i consiglieri provinciali hanno la possibilità di presentare atti di indirizzo, quindi mozioni e ordini del giorno. Ma su questi ultimi è difficile fare un raffronto con il passato perché lo strumento è stato usato nelle ultime due legislature in modo ostruzionistico. Non più gli emendamenti, che possono essere dichiarati facilmente inammissibili, ma gli odg, una montagna: di solito arrivavano a una media di 500 a legislatura, schizzati a oltre 6mila durante il primo governo Fugatti, e nel secondo siamo già a quasi 3mila. La probabilità di approvazione, quindi, è scesa dal 50% della XIV e XV legislatura a 14% della XVI, la prima del centrodestra.
Atti di indirizzo ignorati
Se però si prendono in esame solo gli odg approvati, e si controlla quanti di questi siano stati attuati dalla giunta, si scopre che la stragrande maggioranza viene lasciata nel cassetto. La formula altisonante — «il Consiglio impegna la giunta» — non ha efficacia, perché non c’è un obbligo all’attuazione. E così si scopre che molti impegni non vengono onorati. Sull’orso, ad esempio, sono stati presi impegni puntuali, così sul tema della scuola, sull’idroelettrico, sui trasporti e sul contrasto alla denatalità. Su 119 odg approvati in questa legislatura, solo a 25 è stata data attuazione, e a volte solo parzialmente. E su 50 approvate, attuate solo 4.
Rendiconti mancati
C’è un altro indicatore per capire quanto l’esecutivo tenga in considerazione il legislativo, quello della rendicontazione sullo stato di attuazione delle leggi. Molte norme approvate, infatti, prevedono che la giunta informi il Consiglio provinciale a scadenze precise. Su 38 leggi che prevedono informative ricorrenti, quelle di cui la giunta ha restituito puntuali informative sono solo otto. Non solo le disposizioni di mozioni e odrini del giorno sono disattesi, ma anche le indicazioni contenute nelle leggi.