La richiesta
domenica 28 Settembre, 2025
Orsi, la proposta del Comitato in memoria di Andrea Papi: «Serve un piano di gestione, come in Slovenia o Romania»
di Ubaldo Cordellini
Il presidente Pierantonio Cristoforetti chiede che la Provincia agisca: «Ormai siamo fuori da tutti i parametri accettabili»

«La gente ormai è stufa ed esasperata. La Provincia deve prendere in mano la situazione e fare in modo che il governo chieda all’Europa la deroga alla direttiva Habitat per poter gestire la presenza degli orsi come fanno già altri stati come la Slovenia. Altrimenti gli episodi di bracconaggio che noi condanniamo fermamente continueranno», Pierantonio Cristoforetti, presidente del comitato «Insieme per Andrea Papi» è chiaro: se non si trova il sistema per gestire la presenza degli orsi in Trentino aumenterà l’insofferenza della popolazione con conseguenze facilmente immaginabili. «Noi abbiamo sempre condannato questi episodi, non sono nelle nostre corde. E, soprattutto, prestano il fianco agli attacchi degli pseudoanimalisti. Non è vero che noi vogliamo l’uccisione degli orsi. Vogliamo un sistema di gestione che faccia convivere le persone e gli orsi. Sono due anni e mezzo che chiediamo alla Provincia provvedimenti strutturali per la gestione e il controllo della presenza degli orsi, ma non accade niente».
Cristoforetti spiega che si potrebbe chiedere una deroga a Bruxelles alla direttiva Habitat, come già accade in altri paesi europei. Una deroga che deve essere chiesta dallo Stato: «La direttiva Habitat permette piani di gestione. La Provincia non ha competenza nella gestione dei grandi carnivori, quindi la deroga va chiesta dallo Stato, ma la Provincia finora non ha fatto nulla per sollecitarlo in questa direzione. In altri paesi europei come Slovenia o Romania c’è un tetto al numero di orsi, superato questo limite scatta il piano di gestione. In Slovenia si coordina il numero di orsi con quello delle persone che vivono sul territorio. Quando i plantigradi salgono sopra una data percentuale si interviene. E il tetto viene individuato con ricerche tecnico scientifiche. In gergo tecnico si chiama portanza. Da noi, come hanno riconosciuto gli stessi tecnici della Provincia, la portanza sociale è stata raggiunta da tempo». E questo potrebbe avere conseguenze sulla stessa tenuta sociale di molte valate dove la presenza degli orsi viene vissuta come un problema e una limitazione: «Se non si fa qualcosa per avere una gestione equilibrata dei plantigradi la gente sarà sempre più arrabbiata. La deroga alla direttiva Habitat ci permetterebbe di fare le cose necessarie per la gestione. È necessario che lo Stato la chieda all’Europa. Ormai siamo fuori da tutti i parametri accettabili. Ormai neanche la Provincia sa quanti sono gli orsi. Life Ursus prevedeva che dovevano essere almeno una cinquantina nell’arco alpino per assicurare la sopravvivenza della specie. Ormai saranno duecento e tutti concentrati nel Trentino occidentale».
Una situazione ritenuta non tollerabile da molti residenti: «I referendum hanno dimostrato che almeno 40 mila persone che vivono nella vallate in cui sono concentrati gli orsi dicono che la situazione è insostenibile. Finora la deroga che ci permetterebbe di cambiare questo stato di cose non è mai stata richiesta. E io penso perché anche per la Provincia è difficile ammettere che il progetto Life Ursus ha fallito. Secondo me si deve prendere atto di questo e introdurre forme di gestione come anche la rimozione. Episodi come quello della pelle d’orso fatta trovare in un parco di Fondo sono la dimostrazione di quello che potrebbe accadere».