Primiero

martedì 23 Settembre, 2025

Stalker esce dal carcere e brucia un’auto sotto casa dell’ex: condannato a 3 anni

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Si era piazzato in quel mezzo a dormire la notte per tenerla d'occhio. A un certo punto ha deciso di darle fuoco

L’anno scorso, uscito dal carcere dove aveva scontato oltre due anni di pena per i maltrattamenti alla moglie, era tornato in Primiero a cercare di riallacciare i rapporti con l’ormai ex, insistendo e di fatto perseguitandola. E non contento l’uomo, classe 1966, si era piazzato sotto l’abitazione in cui un tempo viveva anche lui, con la compagna e con i figli: aveva infatti parcheggiato la sua auto nell’area antistante la palazzina. Auto in cui, non avendo più un tetto sotto cui vivere, passava le notti. Vettura che, secondo l’accusa, ha poi volutamente incendiato, con il rischio che le fiamme lambissero il terrazzino in legno dell’appartamento e che si registrasse un’esplosione visto che c’erano anche due bombole di gas.
Succedeva la sera del 19 maggio 2024. Ieri mattina è arrivata la condanna a tre anni e due mesi di reclusione per il 59enne, che doveva rispondere dei reati di stalking o atti persecutori e pure di incendio doloso della propria auto. Così ha sentenziato il giudice per l’udienza preliminare Gianmarco Giua al termine del processo con rito abbreviato. Rito, quello scelto, che ha concesso all’imputato, ancora recluso in cella, lo sconto di un terzo della pena.
Quanto all’ex moglie, attraverso il suo legale si era costituita parte civile chiedendo un risarcimento di 20mila euro. Il giudice ha stabilito una cifra per i danni subiti di poco inferiore e cioè 15mila euro.

Il rogo e poi all’ospedale
La domenica sera di più di un anno fa in cui era scattato l’allarme per le fiamme che avevano avvolto la vettura, il 59enne era finito all’ospedale di Trento. Ma non perché ustionato o rimasto intossicato, no. L’uomo era apparso in uno stato di grave agitazione tanto che era stato trasferito con l’elisoccorso al Santa Chiara.
Allora i vigili del fuoco avevano lavorato in modo celere cercando di circoscrivere il rogo per scongiurare che potesse estendersi alla vicina palazzina. In particolare al balcone in legno della casa dell’ex sotto cui era piazzata la vettura. Più di un sospetto visto il precedente dell’uomo, condannato per maltrattamenti in famiglia e per questo recluso in carcere.

Indagini a doppio binario
Al tempo sull’episodio avevano svolto accertamenti i vigili del fuoco per capire se l’incendio fosse di natura accidentale o dolosa ed evidentemente, visto il reato contestato, hanno scoperto l’innesco, individuato la causa del rogo. I carabinieri del posto hanno poi provveduto a raccogliere la denuncia della donna, esasperata dal comportamento dell’ex che nonostante la condanna già inflitta era tornato a vessarla, a tormentarla. Una presenza costante, pressante, ancora di più perché adiacente l’abitazione. Che aveva turbato non poco l’ex moglie. La stessa comunque, sulle prime, aveva anche tentato di aiutare o comunque di trovare un supporto adeguato per il padre dei suoi figli. La situazione è degenerata poi con quel rogo.
E ora, con l’ulteriore condanna a tre anni e due mesi di reclusione, il 59enne rischia di dover tornare nuovamente in carcere.