cronaca
domenica 21 Settembre, 2025
Santa Chiara, giovane lancia bottiglie e aggredisce un paziente in sala d’attesa: «Visitatemi subito»
di Patrizia Rapposelli
La guardia di sicurezza ha assistito alla scena: «Ha colpito un uomo in testa con la radiolina»

«Abbiamo provato a calmarlo, ma non c’è stato verso: urlava di voler essere visitato prima di versare sul pavimento la birra, lanciare bottigliette di plastica addosso alla gente e colpire con forza sulla tempia un paziente con una radiolina». L’ultima denuncia che riguarda un’aggressione al pronto soccorso dell’ospedale Santa Chiara di Trento. Lo racconta una guardia di sicurezza che ha assistito a quei momenti concitati nella mattina di ieri (e che preferisce rimanere anonimo). Questa volta ad andarci di mezzo non è stato il personale sanitario, ma un uomo che dopo aver trascorso la notte nella sala d’attesa per ricevere cure mediche, si è trovato a essere vittima della violenza di un venticinquenne che, come lui, aspettava di essere visitato e che a un certo punto ha dato in escandescenze. È solo la più recente delle aggressioni negli ospedali trentini: nel 2024 ne erano state registrate 301 ai danni del personale e degli addetti, con un aumento del 10%. Numeri che poco tempo fa hanno spinto la Provincia a siglare un nuovo protocollo per la sicurezza.
La testimonianza
Erano le 6.15 di ieri mattina quando nella sala d’attesa del pronto soccorso l’uomo sui venticinque anni ha perso le staffe: «Voglio essere visitato subito», ha urlato più volte secondo i testimoni. Un atteggiamento aggressivo che ha allertato le guardie e spaventato i presenti, tra cui una signora in attesa di sapere le condizioni del marito ricoverato in codice rosso, che sarebbe scappata. «Si è cercato di calmarlo, ma la situazione è degenerata quando un altro uomo che era con lui nella saletta ha cercato di tranquillizzarlo a sua volta — racconta la guardia — Ha iniziato a tirare contro i presenti bottigliette dell’acqua prese ai distributori e da sotto i vestiti ha estratto una lattina di birra, l’ha aperta versando il liquido sul pavimento». E, poi, l’aggressione vera e propria: «A quel punto si è lanciato addosso alla persona che aveva tentato di tranquillizzarlo un attimo prima. Lo ha colpito con delle sberle sul viso prima di sferrargli un colpo in testa con una radiolina che aveva con sé». Un colpo che ha procurato una ferita importante al paziente che poi è stato medicato. «Sono intervenuti gli agenti del posto di polizia e sono riusciti a riportare sotto controllo la situazione. L’uomo era in evidente stato alterato», sostiene il testimone.
La denuncia
«Spesso al pronto soccorso arrivano persone con comportamenti violenti. La notte è un dramma. Siamo senza tutele», denuncia la guardia, che lavora nelle vicinanze della sala d’attesa del pronto soccorso, dove transitano ambulanze e auto mediche. «Il posto di polizia all’ospedale va rafforzato. La richiesta è complicata, ma la situazione non è più tollerabile. Questi fatti mettono a rischio anche la nostra sicurezza», conclude.
ll precedente
L’ultimo episodio risale ai primi giorni di settembre. Un ventisettenne, nel reparto psichiatrico, aveva dato in escandescenze, minacciando gli infermieri con una siringa piena di sangue. Prima ancora c’era stato il caso di un uomo alterato che aveva aggredito un’infermiera e poi si era lanciato contro le guardie. E ancora, uno degli operatori del 118 era stato colpito con un pugno al volto.
ll protocollo
In risposta al fenomeno delle aggressioni in ospedale, lo scorso giugno la Provincia ha introdotto delle misure di contrasto: il prolungamento degli orari del servizio di polizia e, soprattutto, la vigilanza attiva 24 ore su 24 tramite guardie giurate all’interno dei pronto soccorso di Trento e Rovereto, le strutture più esposte al rischio di episodi violenti contro medici e infermieri. Nursing Up Trento, il sindacato degli infermieri, aveva accolto con favore il nuovo protocollo, pur sottolineando la necessità di verificare nel concreto l’efficacia delle misure previste.
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