Il caso
sabato 13 Settembre, 2025
Roncegno Terme, nuovo attacco dei lupi: «Così arriveremo all’esasperazione e alla pratica del fai da te»
di Emanuele Paccher
Predato un asino nella notte fra giovedì e venerdì. Il sindaco Giovannini attacca l'Ispra: «Considerazioni campate in aria senza cognizione»

I lupi hanno nuovamente predato un asino nel comune di Roncegno Terme. Dopo i ripetuti attacchi estivi, il grande carnivoro è tornato a predare vicino ai contesti urbani. Questo nuovo attacco, avvenuto nella notte fra giovedì e venerdì, è avvenuto infatti a pochi metri dalle abitazioni nella frazione di Maso Montibelleri di Roncegno, andando così a esasperare sempre più una situazione che appare già da tempo critica.
Parole di amarezza sono giunte dal primo cittadino Corrado Giovannini: «È l’ennesima predazione avvenuta a Roncegno a causa dei lupi», dichiara, accusando poi Ispra, l’istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale che nell’ambito degli abbattimenti dei grandi carnivori deve esprimere il suo parere. «È inconcepibile che Ispra faccia considerazioni campate in aria, esprimendo pareri contrari senza aver cognizione alcuna della situazione reale e puntuale, senza nemmeno essersi recata sui luoghi (abitati) dei nostri Masi e prendere atto della conformazione del territorio, delle condizioni impervie, della difficoltà che incontra l’allevatore nel posizionare agevolmente le recinzioni e protezioni necessarie».
L’opinione è che la situazione sia a un punto di non ritorno, con un’amministrazione comunale che vorrebbe interventi più incisivi che prevedano l’abbattimento agevole dei lupi. «Questa situazione, se persistente, porterà oltre all’abbandono della pratica dei piccoli allevamenti, anche all’esasperazione dei residenti e custodi della montagna. Poi non lamentiamoci se prevarrà la pratica del fai da te, perché se questo accadesse Ispra avrebbe la sua responsabilità», prosegue il sindaco. «L’Ispra dovrebbe, come dice il suo stesso nome, preoccuparsi anche della tutela e della salvaguardia dell’ambiente circoscritto ai nostri Masi e che grazie agli stessi allevatori e residenti è sopravvissuto fino ad ora».
Anche perché, conclude Giovannini, «l’ambiente non è fatto di sola fauna. È un ecosistema molto più ampio e complesso, nel quale, che faccia piacere o no, è presente anche l’uomo con tutti i suoi obblighi ma anche esigenze».