I dati
venerdì 12 Settembre, 2025
La mannaia dei dazi di Trump colpisce l’export trentino: perdita del 6% nel trimestre
di Francesco Terreri
Tracollo per la vendita di vini negli Usa: -18%. Bolzano fa meglio: +3,8%

Sono bastati i primi e provvisori dazi al 10% decisi dall’amministrazione Trump per colpire le esportazioni trentine nel secondo trimestre di quest’anno. Le vendite all’estero fra aprile e giugno ammontano a 1 miliardo 290 milioni di euro, il 6,3% in meno dell’analogo trimestre del 2024. Il totale dell’export nel primo semestre si ferma così a 2 miliardi 614 milioni, con un calo del 4% rispetto ai primi sei mesi dell’anno scorso. La contrazione negli Usa è tutta del secondo periodo: in tre mesi le vendite oltreoceano sono scese del 6,2% a 160 milioni, mentre nel semestre resta il segno più (+5,1%) per la corsa all’esportazione che c’era stata tra gennaio e marzo, subito prima delle nuove tariffe doganali. Il vino, primo prodotto di esportazione negli Stati Uniti, perde addirittura il 18%, scendendo sotto i 40 milioni di vendite trimestrali. Complessivamente le nostre cantine vendono all’estero 100 milioni in tre mesi (-10%) e 205 milioni nel semestre (-4,8%). Tra i settori, male anche auto (-21,9%) e carta (-10,4%), bene i macchinari (+2,2%). Al risultato negativo dell’export contribuiscono anche la recessione tedesca – la Germania è il primo mercato delle nostre imprese, gli Stati Uniti il secondo – e i contraccolpi globali dei conflitti armati e delle guerre commerciali. Non a caso calano anche le importazioni trentine: -5,2% nel trimestre, -6% nel semestre. Trento, peraltro, perde a fronte di una tenuta dell’export nazionale, +1,1% tra aprile e giugno, +2,1% nel primo semestre, e di una crescita delle esportazioni di Bolzano, +3,8% nel secondo trimestre e +1,6% tra gennaio e giugno. Il Nord est nel suo complesso, invece, perde il 2,4%, meno comunque del Trentino. Sono i dati Istat resi noti ieri e elaborati dall’Ufficio studi della Camera di Commercio di Trento. «Nel secondo trimestre di quest’anno – commenta il presidente della Camera di Commercio Andrea De Zordo – gli scambi commerciali della nostra provincia sui mercati internazionali subiscono una sensibile contrazione dovuta in parte alla politica protezionistica imposta oltreoceano, in parte alle oggettive difficoltà economiche che stanno attraversando i nostri maggiori partner di riferimento. Continuano inoltre a pesare le tensioni geopolitiche, che producono incertezza e sono tra le cause di un rallentamento del commercio mondiale».
Da aprile a giugno
Nel secondo trimestre dell’anno le esportazioni trentine nell’Unione Europea calano del 5,7%, In particolare, la contrazione in Germania è dell’8,4%, portando il valore a 199 milioni. In questo caso perdono colpi soprattutto i macchinari industriali, mentre gli alimentari crescono. Tra gli altri Paesi, Francia in calo del 10,5%, Regno Unito del 5,7%, Spagna del 18,8%, l’Austria invece tiene (+1,1%). I Paesi extra Ue comprano da noi il 7,3% in meno di un anno fa. Negli Stati Uniti, come detto, il colpo più duro lo subiscono le bevande, cioè i vini trentini, mentre le produzioni meccaniche aumentano le vendite, tranne le componenti di veicoli, compresa la Dana di Arco e Rovereto in cessione, che subiscono un vero e proprio tracollo: -87%. Calano le vendite in Cina (-38,5%) e in Giappone (-12,1%), bene l’India (+3,3%) e, a sorpresa, la Russia (+7%).
Il primo semestre
Nei primi sei mesi dell’anno vendiamo in Germania merci per poco più di 400 milioni, l’8,9% in meno del primo semestre 2024. Male anche la Francia (-11,3%) e la Cina (-25%). Chi regge come nostri mercati di sbocco sono il Belgio (+11,4%) e la Polonia (+10,1%). Gli Usa, verso cui esportiamo per 346 milioni nel semestre, sono positivi solo per il contributo del primo trimestre record.
Le importazioni
Anche le importazioni segnano un valore negativo nel secondo trimestre di quest’anno: ammontano a 852 milioni, con un calo del 5,2% rispetto allo stesso periodo del 2024. Tra le principali merci importate in Trentino, perdono colpi le materie prime e semilavorati per le cartiere (-8,4%) e i mezzi di trasporto (-16,8%). Oltre alle vendite, vanno male i nostri acquisti dalla Germania, 167 milioni -6,2%, dalla Francia, 163 milioni -7%, dall’Austria, 63 milioni -5,7%. Chi guadagna spazi commerciali da noi sono invece proprio gli Stati Uniti, da cui nel trimestre importiamo per quasi 13 milioni (+9,3%), e la Cina, da cui compriamo in tre mesi per 39 milioni (+6,6%).