il caso
mercoledì 10 Settembre, 2025
Botte, droga, giochi rotti e rifiuti: il parco Tamanini di Rovereto è ostaggio di spacciatori e ubriaconi
di Redazione
L'allarme dei genitori: «I bambini devono girare al largo. Tornare a casa a una certa ora fa paura»

Una bella giornata di sole, il compleanno del piccolino di famiglia che festeggia con i suoi amichetti: cosa c’è di meglio di andare al parco sotto casa? Ci sono i giochi, gli spazi liberi, l’aria aperta. Insomma, tutte le condizioni ideali per un bel pomeriggio. Peccato che, torta in mano, la scena che si para davanti alla mamma fiduciosa è terribile: il parchetto è invaso da un folto numero di balordi che si insultano e si picchiano, inebriati da alcol e droghe. Ovvio il rapido dietrofront e la chiusura a doppia mandata della porta. La festa si farà in salotto. È quello che è successo recentemente ai giardini Tamanini di via Segantini e non si tratta di un caso isolato.
Da molto tempo viene segnalata una situazione invivibile in quella zona e una trascuratezza non giustificabile. Già i residenti si sono spesso accollati la pulizia dell’area, dove puntualmente vengono abbandonate bottiglie (spesso rotte) e residui di bivacchi, ora il parco è ostaggio di gruppi in cui la droga è il motivo accomunante.
La questione era arrivata anche in Circoscrizione Centro, portata dal consigliere Ciro D’Antuono: una sua mozione che chiedeva di intervenire ai giardini per chiuderli almeno la sera era stata approvata all’unanimità a febbraio. Da allora nessuno se n’è più occupato. «La situazione del Parco Livio Tamanini – insiste il consigliere – è drammaticamente peggiorata: il parco è divenuto ritrovo abituale di spacciatori, alcolizzati e soggetti molesti, che vi stazionano fino a tarda notte; le donne che rientrano a casa la sera vivono un clima di forte insicurezza; le famiglie sono costrette a rinunciare a feste e attività per i bambini, vista la presenza costante di individui dediti all’abuso di alcol e sostanze, incuranti dei divieti esposti e non controllati».
Le soluzioni si possono trovare con un minimo di buona volontà. Al Brione, per esempio, si è intervenuti con una recinzione; al parco di S.Maria si sono installate le telecamere e incentivata la sorveglianza. «È la prova – dice D’Antuono – che misure concrete e decise portano risultati tangibili e immediati».
Con le nuove costruzioni spuntate recentemente, la zona attorno alla piscina è cresciuta molto, molte nuove famiglie sono arrivate e altre arriveranno presto (stanno crescendo rapidamente altre due palazzine su via Halbherr): l’insicurezza incide molto sulla vivibilità di un pezzo di città.