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venerdì 5 Settembre, 2025

Chiamano i carabinieri: il numero è lo stesso ma è una truffa. A Pergine sottratti 47mila euro. E crescono i casi

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Alla cornetta ci sono sempre loro, i truffatori con un solo scopo: estorcere quanto più denaro possibile alla vittima

Sullo schermo dello smartphone si vede, inequivocabilmente, il numero dei carabinieri. Può essere quello del comando provinciale di Trento di via Barbacovi o quello di una stazione del territorio. Ma alla cornetta ci sono sempre loro, i truffatori con un solo scopo: estorcere quanto più denaro possibile alla vittima. Il caso più eclatante è avvenuto a Pergine dove qualcuno, meno di un mese fa, era riuscito a convincere una settantenne a fare un bonifico da quasi 50 mila euro.

Attore provetto
Con doti da attore provetto, il truffatore aveva «agganciato» la donna fingendosi, in primis, dipendente di una nota società di pagamenti digitali e allarmandola con una presunta operazione sospetta, un tentativo di pagamento di 1.400 euro. Le ha indicato un numero verde per bloccare il tutto, avvisandola che, a breve, l’avrebbero contattata i carabinieri. Quindi è arrivato il «secondo tempo», con la chiamata con il prefisso 0461 e il numero del comando dei carabinieri di Trento. A quel punto, il finto carabiniere ha convinto la donna, con la scusa di fare un intervento definitivo per evitare frodi, a recarsi alla filiale della sua banca per effettuare un bonifico da 47.500 euro. Le aveva dato tutte le istruzioni del caso, causale inclusa: «trasferimento per investimenti personali», studiata appositamente per non creare sospetti nell’operatore bancario. Non solo, si è premurato anche di tenere costantemente la vittima al telefono in modo da evitare che parlasse troppo con l’operatore bancario. Solo dopo aver concluso la chiamata la vittima si è resa conto dell’errore. Peccato che il bonifico, effettuato con la modalità urgente, non si potesse più bloccare. Ed è stato allora che sono entrati in scena i carabinieri, quelli veri.

Le indagini
Ci sono volute tre settimane di indagini e di accertamenti tecnici per riuscire a risalire almeno a un responsabile, un cittadino residente in provincia di Salerno. Non solo, i carabinieri sono riusciti a sequestrare i soldi trasferiti con il bonifico, facendoli restituire alla vittima. Insomma, la truffa non è andata, alla fine, in porto

Non solo anziani
Sarebbe riduttivo affermare che le vittime preferenziali di queste truffe siano solo gli anziani. Nel caso in questione, il bonifico è stato effettuato alla «vecchia maniera», allo sportello, ma la truffa riesce meglio senza «intermediari». Ecco perché i truffatori prendono sempre più di mira anche persone nella fascia tra i 40 e i 50 anni, gli utenti di servizi home banking, che possono effettuare i bonifici comodamente dal pc o dallo smartphone. Non sempre vanno a buon fine. Ma il fenomeno è ben diffuso. Il comune di Lavis, nella giornata di mercoledì, ha dovuto diffondere un avviso sui social perché alcuni malintenzionati si erano messi a chiamare con il numero della locale stazione dei carabinieri: chiedevano il numero della carta di credito (o del bancomat) e il Pin. Fingere di chiamare con un altro numero (un sistema noto come spoofing) è facilissimo, basta un semplice software. Lo fanno, come noto, diversi call center. Per quanto riguarda i numeri fissi la pratica è vietata dal 19 agosto. Ma ai criminali, ciò interessa ben poco.