Il caso
sabato 23 Agosto, 2025
Sgombero del Leoncavallo, il Bruno: «Vicini a loro, ma noi abbiamo un contratto ed è in corso un processo»
di Gabriele Stanga
Il Centro Sociale di Trento: «Atto vile, sarà la loro comunità a decidere come rispondere in maniera adeguata»

«La nostra situazione è diversa da quella del Leoncavallo, avevamo un contratto che è stato interrotto unilateralmente da Patrimonio Trentino e secondo noi in maniera illegittima, c’è un processo in corso».
Così Stefano Bleggi, portavoce del Centro Sociale Bruno si esprime dopo lo sgombero del Leoncavallo di Milano, storica struttura frequentata anche Da Fauto Tinelli e Lorenzo Iannucci, vittime del terrorismo nero (furono uccisi da due sicari neofascisti in circostanze ancora poco chiare). Il governo Meloni ha annunciato il pugno di ferro per tutte le situazioni di occupazione abusiva, tanto che in città qualcuno metteva in dubbio anche la tranquilla permanenza del Bruno. Il centro sociale trentino è stanziato in un locale dell’area Lungadige San Nicolo, sul quale vantava un regolare contratto di comodato d’uso, prima scaduto e poi oggetto di disdetta da parte di Patrimonio Trentino. Disdetta che come spiegato da Bleggi è ancora oggi oggetto del contendere.
Qualche dubbio poi concerneva anche la presunta necessità di abbattere l’immobile, per i lavori sulla funivia e la riqualificazione dell’area di Piedicastello. Ipotesi sulla quale Bleggi chiarisce: «Il lotto dove è situato l’edificio del centro sociale non è intaccato dall’urbanizzazione e non va ad intralciare nessuna opera. Il Bruno può benissimo coesistere con la riqualificazione, ciò detto crediamo che ogni passaggio riqualificazione dovrebbe essere condiviso e che sia fondamentale la partecipazione di chi vive l’area. Invece ad oggi questo processo non c’è stato».
Il comune si è sempre espresso a favore della permanenza del Bruno: «Ianeselli ha più volte pubblicamente rinnovato questa posizione e quindi crediamo che il Bruno possa continuare a rimanere una risorsa», dicono dal centro sociale. Diversa la posizione della Provincia e di Patrimonio Trentino, che si sono sempre spesi per lo sgombero. «Ma di recente sono cambiati i vertici di Patrimonio Trentino e la posizione del precedente presidente la dice lunga», afferma Bleggi, con riferimento all’inchiesta «Sciabolata». Il centro sociale ha infine voluto esprimere vicinanza al Leoncavallo: «Storicamente sgomberi avvengono in agosto fatto per evitare che ci sia resistenza, poi per il Leoncavallo c’era una trattativa in atto, per cui lo riteniamo un atto vile, sarà la loro comunità a decidere come rispondere in maniera adeguata. Siamo loro vicini e saremo presenti al corteo nazionale previsto il 6 settembre».
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