Il caso

lunedì 18 Agosto, 2025

Batterio killer all’ospedale di Bolzano, spunta un precedente del 2014. I giudici: «Azienda sanitaria responsabile»

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Undici anni fa un'altra infezione fatale di Serratia, la stessa che la settimana scorsa ha ucciso due prematuri. La vittima allora fu una neonata di sei giorni

Nel 2014 la loro neonata di sei giorni di vita era morta per infezione da Serratia, e i genitori avevano quindi deciso di fare ricorso contro l’azienda sanitaria altoatesina. Oggi, a 11 anni dalla tragedia, la loro richiesta è stata accolta: la Corte d’Appello di Trento ha infatti stabilito che «la struttura sanitaria non può limitarsi a provare di aver predisposto protocolli per la prevenzione di infezioni correlate all’assistenza, ma deve dimostrare di averli specificatamente applicati nel caso concreto».

 

A riferire l’esito della vicenda è il riferente Giesse di Bolzano Maurizio Cibien: «Sono passati ormai 11 anni dalla tragedia – spiega – e nonostante la sentenza di primo grado, che non aveva riconosciuto responsabilità civili in capo all’azienda sanitaria, non ci siamo arresi e abbiamo portato il caso in Corte d’Appello trovando conferma delle nostre tesi». I consulenti tecnici della Procura hanno scritto in merito nella sentenza che «l’infezione da Serratia contratta dalla piccola è da considerarsi nosocomiale e, pur essendo allegati i protocolli di lavaggio e disinfezione delle mani e di prevenzione delle infezioni nosocomiali, non vi è prova alcuna che questi siano stati effettivamente messi in atto». Per questo motivo, concludono, «Sussiste nesso di causalità tra inadempimenti di carattere igienico-sanitario imputabili all’azienda sanitaria di Bolzano e la morte della piccola».