L'episodio
giovedì 7 Agosto, 2025
Novaledo, sfascia casa al fratello dopo un litigio per l’eredità del padre e reagisce ai carabinieri: 47enne ai domiciliari
di Benedetta Centin
L'uomo, ubriaco e armato di un'asta in metallo, rivendicava la proprietà dell'abitazione e ora dovrà rispondere di diverse accuse

Dopo la morte del padre è in guerra con il fratello per la spartizione dell’eredità, in particolare dell’abitazione che era del genitore e che il familiare avrebbe fatto sua. Esclusivamente sua. Probabilmente esasperato dalla situazione di inconciliabilità, con la necessità di incassare la sua parte, di riuscire a monetizzare, lunedì sera il trevigiano di 47 anni ha deciso di sistemare la questione a modo suo. Con la violenza. Armato di un’asta in metallo, una sorta di palina segnaletica con cui ha sfasciato l’appartamento del fratello a Novaledo. Del tutto fuori di sé, a quanto pare in balia dei fumi dell’alcol, ha poi reagito ai carabinieri sopraggiunti su richiesta del padrone di casa, esasperato e incapace di riportare alla ragione il parente. L’artigiano arrivato da Montebelluna, apparso fin da subito poco lucido, è trasceso allora anche in insulti rivolgendosi agli uomini in divisa che gli hanno anche sequestrato il tubo in metallo. Abbastanza per essere arrestato in flagranza. Per i reati di resistenza e oltraggio a pubblico ufficiale, ma anche per violazione di domicilio, date le modalità con cui aveva fatto incursione nell’appartamento che considera anche suo, quale bene oggetto dell’eredità. Ma non è tutto perché dovrà rispondere anche di danneggiamento (per il quale il fratello si appresta a presentare denuncia querela).
Processo per direttissima
Una sfilza di contestazioni che martedì l’hanno portato a comparire in tribunale a Trento, scortato dai carabinieri della compagnia di Borgo Valsugana, per la celebrazione del processo con rito direttissimo. La prossima udienza si terrà in autunno, nel frattempo il 47enne trevigiano rimarrà ristretto agli arresti domiciliari a Montebelluna. Il giudice ha disposto per lui anche il divieto di ritorno a Novaledo e il divieto di avvicinamento al fratello, dal quale si dovrà tenere a debita distanza e cioè almeno trecento metri.
La guerra per la casa
A quanto ricostruito l’arrestato rivendicherebbe di avere la sua parte di eredità lasciata dal padre ma avrebbe incontrato la resistenza del parente. Finora, insomma, il fratello residente fuori dal Trentino, nonostante i tentativi, le insistenze, non sarebbe riuscito ad arrivare a un accordo. Ad ottenere ciò che sperava, anche per sistemare la sua situazione economica. Abbandonata evidentemente l’idea di un confronto pacato e razionale con il fratello, il 47enne trevigiano, determinato ad ottenere a tutti i costi quello che è convinto gli spetti, lunedì sera ha dato il peggio di sé.
Dopo qualche bicchiere di troppo si è presentato a casa del familiare, a Novaledo, con un’asta, una sorta di palina segnaletica ma di dimensioni più ridotte, che ha usato contro mobili e suppellettili all’interno dell’appartamento in cui era riuscito ad entrare, tra le urla. Inutile ogni tentativo del fratello di fermare quella furia devastatrice, di farlo smettere e poi ragionare. Fratello che allora ha richiesto al numero di emergenza 112 l’intervento delle forze dell’ordine. Di lì a poco la pattuglia dei carabinieri era all’indirizzo indicato. E nemmeno davanti ai militari l’artigiano che opera nel settore edile si è dato un freno. Poco lucido, ancora con alcol in corpo da smaltire, se l’è presa anche con loro. Opponendo resistenza e etichettandoli in modo oltraggioso. Inevitabile allora l’arresto, le varie contestazioni formalizzate nei suoi confronti e il processo per direttissima. Per la sentenza bisognerà però attendere la prossima udienza. Nel frattempo rimarrà ai domiciliari e non potrà sgarrare dato il braccialetto elettronico.