Scuola
mercoledì 6 Agosto, 2025
Maturità, il Trentino ha un terzo dei 100 rispetto alla Calabria ed è in fondo alla classifica italiana
di Anna Cordellini
Solo i 5.4% degli studenti raggiunge il punteggio più alto. Le lodi si fermano all'1,3%. I dati del ministero

Nel 2025 in Trentino-Alto Adige il 5,4% degli studenti che hanno sostenuto l’esame di maturità è riuscito ad arrivare al cento, mentre l’1,3% ha raggiunto la lode. Percentuali che posizionano la nostra regione tra le ultime nella classifica dei maturati più virtuosi, a pari merito con Veneto e Piemonte. Sotto il Trentino Alto Adige ci sono solo la Lombardia (con il 5,1% tra 100 e 100 e Lode) e la Valle d’Aosta (con il 3,3% tra 100 e 100 e Lode), in quest’ultima infatti solo 3 studenti sono riusciti ad ottenere la lode.
Questi dati, appena pubblicati dal ministero dell’Istruzione e del Merito, mostrano un chiaro divario tra Nord e Sud. I voti della maturità infatti subiscono un incremento graduale mano a mano che si discende la penisola. Il picco si raggiunge in Calabria, dove il 18,1% degli studenti riesce a diplomarsi con un voto pari a 100 o 100 e Lode. A seguire ci sono Puglia, con 15,4%, Sicilia con 15%, Campania con 13,5% e Umbria con 13%. In totale il numero di studenti italiani che è riuscito a conseguire la lode sfiora i 1400, mentre quelli che hanno ottenuto il 60 sono più del doppio. Le regioni dove vengono dispensati più 60 sono Lombardia (6,8%), Liguria (6,1%) e Lazio (6,2%), la percentuale di studenti usciti con il minimo in Trentino-Alto Adige invece si ferma al 4%. La maggior parte dei maturati si trova però nella fascia tra 61 e 80. In Italia infatti il 56,1% degli studenti ottiene un voto compreso tra 61 e 80 mentre in Trentino-Alto Adige la percentuale sale a 60,2%.
Un altro dato importante è la percentuale degli ammessi all’esame che ammonta al 96,5%, mentre quella dei promossi è in media del 99,7%. Sono quindi in pochi quindi i bocciati all’ultimo anno delle superiori e ancora meno quelli che vengono rimandati dopo aver sostenuto l’esame. Quella tra meridione e settentrione non è l’unica discrepanza evidenziata dal rapporto del Miur. C’è infatti anche molta differenza tra i risultati conseguiti nei licei rispetto a quelli degli istituti tecnici e professionali. La concentrazione più alta di cento si trova infatti nei licei, dove la media nazionale dei diplomati con il massimo dei voti è del 13,4%. Il liceo classico è quello dove si ottengono i voti più alti alla maturità, seguito dal liceo linguistico mentre sul terzo gradino del podio c’è lo scientifico. Uno stacco netto dagli istituti tecnici, dove la percentuale si dimezza (solo il 6,8% ottiene il massimo dei voti), e dagli istituti professionali, dove in pochissimi (il 4,7%) raggiungono il 100 o il 100 e lode. Anche l’esame di terza media si è svolto sulla falsariga di quello di maturità. Il 98,8% degli studenti sono stati ammessi e il 99,9% è stato promosso all’esame. I voti più alti, anche per gli esami conclusivi del primo ciclo di istruzione, sono stati ottenuti nelle regioni del Sud. Sul podio ci sono di nuovo Calabria, dove il 17,9% degli studenti si diploma con 10 o 10 e lode, Puglia (17,8%) e Sicilia (15%).
La differenza tra i voti ottenuti al Nord e al Sud del paese suscita ogni anno scalpore. In molti rivendicano il fatto che i grafici dei risultati delle prove Invalsi dipingono un quadro opposto rispetto a quelli di maturità, in questo caso infatti sono le regioni del Nord a primeggiare. Quest’anno però la polemica che ha caratterizzato gli esami di maturità è stata quella sugli studenti che, avendo ottenuto un punteggio sufficiente dopo le prove scritte, hanno deciso di fare scena muta all’orale. Alcuni di questi hanno deciso di rivolgersi ai social per spiegare la loro scelta, sintomatica di un clima scolastico distante dagli studenti, in cui si privilegia lo studio mnemonico sulla crescita personale. Questo ammutinamento però non è stato compreso dal ministro Valditara che ha annunciato che questo comportamento sarà punito con la bocciatura a partire dal prossimo anno.