Viabilità
mercoledì 6 Agosto, 2025
Helsinki, con le zone 30 zero morti e incidenti dimezzati. Ianeselli: «A Trento un approccio graduale ma convinto»
di Simone Casciano
I dati della capitale finlandese in linea con quelli registrati anche a Bologna. Il sindaco: «Le estenderemo, la strada è di tutti»

Zone 30, chi le sceglie le premia. I risultati sull’implementazione delle strade a bassa velocità in varie città d’Europa stanno portando a risultati che sembrano premiare la misura. L’ultima analisi pubblicata in questo senso è relativa a Helsinki, nella capitale finlandese, nell’ultimo anno sono stati azzerati gli incidenti mortali.
Da Bologna a Helsinki
Dal 2021, in quella che è tra le capitali più piccole d’Europa, è in vigore il limite di velocità di 30 chilometri orari. La misura fu adottata sulla base di una proiezione statistica: ridurre il limite da 40 a 30 km/h nelle zone centrali e residenziali avrebbe potuto dimezzare il numero di incidenti stradali e delle vittime coinvolte. E così è accaduto. L’area con limite di velocità ridotto – dove cinquant’anni fa si poteva circolare fino a 50 km/h – verrà ora estesa ulteriormente: all’inizio del nuovo anno scolastico, il provvedimento includerà anche le zone intorno alle scuole. Non basta però un cartello a rendere una Zona 30 vincente. A facilitare una conduzione del veicolo più sicura hanno contribuito anche altri fattori. Tra questi anche la riprogettazione del traffico urbano, incentrata sul potenziamento delle infrastrutture per pedoni e ciclisti, con l’obiettivo di disincentivare l’uso dell’auto privata. In alcune zone, la carreggiata è stata ristretta e la viabilità interrotta da filari di alberi, proprio per rendere la guida meno agevole e più lenta. A questo si è aggiunto il potenziamento dei sistemi di controllo automatici, con l’installazione di 70 nuove telecamere, e il progresso tecnologico dei veicoli stessi, che oggi offrono standard di sicurezza più elevati per chi guida e per gli altri utenti della strada. Certo non basta rallentare le auto, bisogna anche velocizzare gli altri sistemi e renderli attrattivi. Lo sa bene Helsinki che si è classificata al primo posto della classifica della mobilità redatta dal portale «Here». Un’analisi che mette a confronto 38 capitali del mondo e che ha visto la città finlandese arrivare prima grazie ai suoi buoni risultati in aspetti chiave come il trasporto pubblico, ottavo posto nella classifica specifica, traffico quotidiano, primo posto, ciclabili, bici pubbliche disponibili e prezzo della mobilità pubblica.
I dati di Helsinki confermano quelli già presentati qualche mese fa da Bologna, dopo un anno di zone 30. Nel capoluogo emiliano in 12 mesi si è registrato un forte calo del numero delle persone decedute sulla strada, quasi dimezzate (10, il 49% in meno), toccando su base annua il minimo storico dal 2013. Inoltre, per la prima volta dal 1991 (il dato Istat più vecchio disponibile a livello cittadino), nessuna persona a piedi è stata uccisa sulle strade di Bologna: sono stati infatti 0 i pedoni deceduti, e si sono ridotti del 16% quelli investiti. Sono calati gli incidenti stradali (di oltre il 13%) e i feriti (di poco più dell’11%). Diminuiti fortemente anche gli incidenti più gravi (-31%). Conseguentemente si è rafforzato il calo del traffico veicolare (-5%) e si è abbassato l’inquinamento più legato al traffico urbano (-29%), mentre contestualmente sono cresciuti tutti i mezzi di mobilità dolce: bici, bike sharing, car sharing e utilizzo dei mezzi pubblici.
Trento prosegue
A Trento è ancora presto per definire quali effetti possano avere le zone 30, considerato che fino ad ora sono state implementate solo in alcune aree e in via sperimentale. «In questo momento i dati sugli incidenti possono dirci poco – osserva Alberto Adami, comandante della Polizia Locale di Trento – Però noi già osserviamo che dove sono state implementate le Zone 30, come a Gardolo e in Clarina, sono significativamente diminuite le segnalazioni che ci arrivavano da residenti preoccupati per auto che passavano a velocità troppo elevate in zone residenziali». Segnali che convincono l’amministrazione comunale di stare andando nella direzione giusta. «L’approccio di Trento alle Zone 30 lo definire graduale ma convinto – commenta Franco Ianeselli, sindaco di Trento – Siamo partiti da Gardolo e poi dalla Clarina e poco a poco le estenderemo ad altre zone. Le strade sono di tutti gli utenti, automobilisti, ma anche pedoni e ciclisti e crediamo che le Zone 30 siano un modo per contribuire a questa condivisione. Lo facciamo con interventi leggeri, sperimentali, che limitano la velocità, ma restituiscono anche bellezza alle strade».
«Per ottenere dati relativi agli incidenti è presto – osserva Giuliano Franzoi, dirigente mobilità del Comune di Trento – Però da Gardolo alcuni feedback li abbiamo avuti. I primi sono legati alla misurazione del rumore e della velocità prima e dopo l’implementazione. I dati ci dicono che le Zone 30 hanno funzionato riducendo entrambi, ma anche che non basta un cartello per limitare la velocità, sono necessari interventi di urbanismo tattico. Sempre a Gardolo è stato anche condotto un questionario, a cui hanno risposto circa 450 persone, che si sono dette soddisfatte per il 50% degli intervistati e abbastanza soddisfatte per il 25%».