L'addio
sabato 2 Agosto, 2025
Lutto nel giornalismo trentino: addio a Luca Marsilli, aveva 61 anni
di Ubaldo Cordellini
Il cronista, già al Trentino e all'Alto Adige è morto alle 19 di oggi, sabato 2 agosto

Se n’è andato. Luca se ne è andato. Non sono ancora le sette di sera quando squilla il telefono. È di quelle notizie che sai già arriveranno, ma allontani dalla mente, come se fosse possibile sovvertire l’insovvertibile. Il cuore di Luca Marsilli si è arreso dopo una lunga lotta per la vita. Quella vita che amava tanto e che aveva riempito di molte cose belle: dall’amore per la sua Mara, moglie e compagna da più di vent’anni, a quello per la sua città, Rovereto, che conosceva come le sue tasche e che non aveva mai avuto la tentazione di abbandonare. Lascia anche il figlio Simone, la sorella Claudia e la mamma Francesca.
Aveva 61 anni, compiuti da un paio di settimane, Luca, e faceva il giornalista dai primi anni ‘90. Aveva fatto il militare come ufficiale dei carabinieri. Si era laureato in giurisprudenza a Bologna, ma aveva capito ben presto che leggi e pandette non facevano per lui. Preferiva la cronaca. Era curioso per natura. Gli interessava tutto e voleva sapere tutto. E sapeva davvero tanto.
Gli potevi chiedere di che razza fosse il pennuto che intravvedevi dalla finestra o il nome dell’ultima cima del Trentino. E lui rispondeva con pazienza e con un filo di condiscendenza verso chi viene da fuori, come dire non è colpa tua se non hai la fortuna di essere nato qui. La sua curiosità e la passione per il racconto lo avevano portato a scrivere l’ingresso nella redazione dell’Alto Adige era stata quasi la logica conseguenza del suo essere. I primi tempi alternava la scrittura all’insegnamento all’istituto magistrale Filzi di Rovereto. Poi la scelta definitiva. Venne assunto in redazione e lui si buttò anima e corpo nella nuova avventura. Con lui hanno lavorato negli anni Sergio Molinari, Daniela Ricci, Robert Tosin, Giancarlo Rudari e Luca Zanin. Una squadra pronta a raccontare Rovereto, quella che lui amava definire l’Atene del Trentino, come a sottolineare la superiorità su Trento. Sono stati anni di grande passione e di grande lavoro. A chiudere il giornale tardi la sera, cercando di mettere in pagina fino all’ultima notizia.
Si chiamava ancora Alto Adige e in quei tempi era il quotidiano leader in Trentino. E Luca dava un grande contributo. Scriveva di tutto: nera, bianca, amministrativa, giudiziaria e sport. E lo sport era una delle sue grandi passioni. Il calcio sopra tutto. Era un grandissimo tifoso del Torino e per il toro era pronto a discutere per ore e ore. Ma quando c’erano i grandi eventi alla Tv non se ne perdeva un minuto. L’altra sua grandissima passione era lo sport. Con l’amico e collega Cesare Guardini aveva comprato una barca in legno in legno e quando poteva scappava prima dell’alba per andare a pesca.
Sul lavoro aveva conosciuto Mara Deimichei che da più di vent’anni è la sua compagna di vita e anche di lavoro. Tutti insieme abbiamo vissuto la dolorosa chiusura del Trentino, il nome che l’Alto Adige aveva preso dai primi anni duemila. In quelle settimane caotiche e disperate abbiamo lottato insieme tutti quanti per salvare il posto di lavoro, il giornale e il buon senso. Non c’è stato verso. Ma Luca non ha mollato. È passato al Corriere del Trentino dove ha potuto ancora raccontare il Trentino con la sua penna leggera e la sua passione da innamorato. Poi la fortuna o il fato gli hanno voltato le spalle. Due anni fa, pochi giorni dopo il suo cinquantanovesimo l’imprevisto lo ha colpito, ma lui ha continuato a lottare e ha lottato fino all’ultimo con quel sua fisico da giocatore da rugby e gli occhi buoni.