la replica

venerdì 25 Luglio, 2025

Bilancio, Fugatti risponde alle opposizioni: «Sanità? I trentini sono soddisfatti. E sul terzo figlio avanti così»

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Ieri il governatore: «Non sono razzista, parlo di identità. Un’offesa agli elettori darmi dello xenofobo. Io ragioniere? Meglio di visionario, ho i piedi per terra»

Finita la discussione generale sull’assestamento di bilancio, in attesa dell’esito delle trattative tra maggioranza e minoranza per abbattere il muro di emendamenti ostruzionistici, ieri in Consiglio provinciale il presidente Maurizio Fugatti ha replicato punto su punto alle argomentazioni dell’opposizione. Su tutte, la questione della crescita trentina, messa in dubbio da alcune analisi economiche: «L’Ispat (l’Istituto di statistica trentina, ndr) — ha tagliato corto il governatore — è più attendibile dell’Istat», l’istituto statistico nazionale. E poi altre questioni, «macrotemi» come li ha chiamati lui: dal terzo figlio su cui non intende cedere alla sanità che secondo Fugatti vede i trentini «pur consapevoli dei problemi, soddisfatti»; dal tema della scuola a luglio, «perché lo chiedono le famiglie», a quello della casa, delle opere pubbliche e molto altro. Punto su punto, rispondendo anche a chi ha definito la manovra «ragionieristica»: «Se mi danno del ragioniere significa che so fare bene i conti».
Il Trentino cresce
I conti dunque: «Le rivelazioni di Ispat sono diverse da Istat ma sono migliori perché più attente alla situazione locale». Da qui il ragionamento sulle maggiori entrate, con un assestamento che per la seconda volta arriva a quasi un miliardo quando eravamo abituati ad avanzi di 350 milioni. «Un risultato frutto delle politiche impostate nella scorsa legislatura», dice Fugatti. E sulle tasse cerca di smentire la lettura delle minoranze: «Non sono aumentate, anzi sono calate a livello nazionale, e a livello locale l’addizionale Irpef ha lasciato nelle tasche dei trentini 24 milioni. È accaduto, invece che il numero degli occupati è aumentato costantemente e i disoccupati sono calati, con il fatturato delle imprese aumentato». Questa la sintesi sulla contabilità fiscale del governatore: «I trentini hanno lavorato di più e si è creato un sistema di investimenti pubblici che lentamente sta entrando a regime».
Scuola, società cambiata
«Si è detto che i bambini dovrebbero avere diritto all’ozio, che in estate dovrebbero poter andare nei boschi…». Fugatti riporta alcune delle argomentazioni della minoranza contro l’apertura della scuola a luglio. «Si è detto, poveri ragazzi a scuola anche in estate. Ma l’alternativa, se i genitori lavorano è che stiano a casa da soli davanti allo schermo di un telefonino? Altroché diritto alla disconnessione», aggiunge il governatore. E sul punto ne fa una questione di privilegio, perché «c’è chi può permettersi di pagare il Grest o il campo scuola, ma gli altri? Cosa fanno?». Ed è per questo che difende la sua proposta, «che non tocca il calendario scolastico ma si pone un problema che deve essere affrontato, perché non ci sono nemmeno più gli oratori, le parrocchie, non ci sono più le famiglie di una volta con nonni, zii, fratelli. La società è cambiata».
Realismo e terzo figlio
Fugatti difende anche la misura del bonus sul terzo figlio. Ha fatto capire che non accetterà modifiche. Non le ha accettate dalla sua maggioranza e non le accetterà dalla minoranza: «Su questo punto si è manifestato il “benaltrismo”, ma ci si deve calare nella realtà e vedere cosa si può fare. Le misure per il secondo figlio costerebbero almeno il triplo e quindi bisogna essere responsabili e fare quello che si può fare. Oggi un po’ di risorse ci sono e si cerca di fare qualcosa, anche se si può sempre fare di meglio.
Sanità, trentini contenti
Fugatti tocca anche il tema della sanità, quasi irritato dalle critiche della minoranza sulla qualità degli ospedali trentini. «La sanità non va bene, ci sono le liste di attesa, ci sono i pronto soccorso pieni. Lo sappiamo che ci sono problemi, ne siamo consapevoli. Problemi — aggiunge — che non sono solo qui», si giustifica. Ma mica tanto, perché chiede alle opposizioni di sottolineare «anche le volte in cui il Trentino è ai vertici della classifiche, non solo quando perde un punto», perché nei rating nazionali «si va su e giù». E in ogni caso, questa la sua valutazione, raccolta tra la gente: «Non credo che il trentino medio, quando esce da un ospedale trentino, si possa dichiarare insoddisfatto. Apprezza la professionalità di medici e infermieri e anche il lato umano, pur consapevole che ci sono problemi, quelli che assieme all’Azienda sanitaria stiamo cercando di risolvere». E aggiunge, come monito: «Ci avete provato anche nella scorsa legislatura ad attaccarci sulla Sanità, contro l’assessora Segnana. Ma lei è ancora qua, siamo ancora qua». Sempre in tema di sanità, tocca poi il punto dell’ospedale di Cavalese, su cui in sede di discussione della legge di assestamento c’erano state fibrillazioni: «Le cifre in bilancio sono le stesse e c’è un discorso partecipativo con le realtà amministrative locali, e se da queste dovesse nascere la necessità di un appalto pubblico si farà».
Ragioniere, ma non razzista
Fugatti ha poi negato di aver parlato di etnia o di razza nel suo intervento di presentazione della manovra. Sotto accusa, in questi giorni, una frase riferita alle misure «in fase di studio per il sostegno alla natalità e alla famiglia» che — aveva affermato il governatore — «potrebbero contribuire a garantire il rinnovamento generazionale del nostro territorio, preservando al contempo la nostra identità culturale e sociale, assicurando così una continuità preziosa per la comunità». C’è chi ci ha letto una venatura razzistica, che lui rigetta: «Da parte del sottoscritto di etnico e razzista non c’è nulla. Io ho parlato di identità che è ben altra cosa. E credo che sia offensivo sostenerlo nei confronti di chi, per due volte, ci ha confermato in questo ruolo». I trentini, per Fugatti, non avrebbero votato razzisti e xenofobi: «Sono della Lega, ma non sono razzista e xenofobo — conferma — su questo avete sbagliato obiettivo», dice alle minoranze. E precisa: «Io sono autonomista, sono popolare e sono civico». Fugatti accetta anche l’attribuzione di «ragioniere», nel senso che accoglie «senza viverla come un’offesa» l’osservazione della consigliere Paola Demagri (Casa Autonomia) sulla manovra «che sembra scritta da un ragioniere». E spiega: «Questa affermazione mi ha spinto a riflettere sul ruolo del presidente e sul fatto che la caratteristica del ragioniere è quella di avere i piedi per terra per scongiurare il rischio di diventate visionari. Quindi, essere ragioniere, lo prendo quasi come un compimento».
Via alle trattative
Ieri, nel pomeriggio, la seduta è stata sospesa per tentare l’accordo con la minoranza. Che sembra ancora in alto mare. Da oggi il ritmo dei lavori d’Aula sarà serrato, dalle nove a mezzanotte, nella speranza di arrivare al voto della legge di assestamento entro sabato, anche se c’è chi spera che si chiuda tutto entro venerdì. Sul banco ancora tantissimi emendamenti, che le minoranze decideranno di ritirare solo se alcune loro istanza saranno considerate.