La storia

mercoledì 2 Luglio, 2025

Uccise in strada per un paio di cuffie da pochi euro: condannato a 27 anni per l’omicidio di Manuel Mastrapasqua

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Daniele Rezza, 20 anni, in Aula: «Non era mio intento ammazzarlo, volevo solo rapinarlo. Mi sono avvicinato con il coltello per farmi dare quello che aveva e lui ha reagito»

Daniele Rezza, 20 anni, è stato condannato a 27 anni per l’omicidio di Manuel Mastrapasqua, il 31enne ucciso con una coltellata in strada a Rozzano (Milano) l’11 ottobre per un paio di cuffie wireless da pochi euro. Lo ha deciso la Corte di Assise di Milano. La Procura aveva chiesto una pena di 20 anni, di escludere tutte le aggravanti (i motivi abietti e futili e il nesso dell’omicidio con la rapina) che venivano contestate all’imputato e di riconoscergli le attenuanti generiche. Mastrapasqua, quella notte quando fu aggredito vicino a una fermata e ucciso con una coltellata al petto, era appena sceso dal tram e stava rientrando a casa dopo un turno di lavoro in un supermercato in via Farini, dalla parte opposta della città.

Un lungo viaggio in tram che lo riportava a casa nel cuore della notte. «Quando ho visto il ragazzo volevo prendergli tutto, nel senso soldi, cellulare, cose che potevo rivendere», aveva detto Rezza nell’interrogatorio davanti al gip Domenico Santoro. Il padre del 20enne, oltre ad aver gettato in un cassonetto quelle cuffie («gli ho detto di buttarle», aveva spiegato Rezza), lo aveva accompagnato alla stazione di Pieve Emanuele, nel Milanese, dove il giovane aveva preso un treno fino a Pavia, per poi raggiungere in autobus Alessandria, dove in pratica si era costituito. La difesa nel processo ha fatto acquisire tutti gli atti, rinunciando a presentare la propria lista testi. «Voglio chiedere scusa e perdono alla famiglia per quello che ho fatto e sono pronto a fare subito un percorso di giustizia riparativa», aveva detto il 20enne in aula, aggiungendo: «Non era mio intento ammazzarlo, volevo solo rapinarlo. Mi sono avvicinato con il coltello per farmi dare quello che aveva e lui ha reagito».
Rezza, tra l’altro, è anche a processo per un’aggressione di fine giugno 2024 sempre con un coltello ai danni di un altro ragazzo, che subì, però, per fortuna solo un piccolo taglio.

«Riteniamo che quella chiesta dal pm non sia giustizia» aveva detto in aula prima della sentenza l’avvocato di parte civile Roberta Minotti che assiste i familiari di Manuel Mastrapasqua, in riferimento alla richiesta di 20 anni di carcere. «Manuel era un bravo ragazzo. Era un ragazzo educato. È nato prematuro, è stato in ospedale tantissimo tempo. Ha lottato e ce l’ha fatta. Fino a quando non ha trovato Daniele Rezza sulla sua strada», ha aggiunto.
L’avvocato durante l’udienza ha fatto ascoltare ai giudici della Corte di Assise di Milano il vocale che il 31enne stava registrando su Whatsapp per la sua ragazza pochi istanti prima di morire. La mamma, il fratello e la compagna di Manuel, in quel momento, sono usciti dall’aula. Soltanto la sorella è rimasta ad ascoltare la registrazione.