Grandi carnivori
venerdì 13 Giugno, 2025
Il lupo si avvicina alla malga ma scatta il dissuasore con luci intermittenti e allarme. Ecco come funziona
di Redazione
L'impianto, in corso di sperimentazione, è stato attivato in alcune malghe del parco Adamello Brenta - il video
«Funziona!». Questo devono avere esclamato i ricercatori del Pnab guardando il video prodotto l’altra sera da una fototrappola collegata ad un dissuasore acustico luminoso posizionato nell’area di una delle due malghe dove il Parco sta lavorando, in collaborazione con gli allevatori, per prevenire gli attacchi di orsi e lupi al bestiame. Nel video si vede il dissuasore attivarsi con una sirena e un segnale luminoso lampeggiante all’arrivo di un lupo, mettendolo in fuga.
Naturalmente, dopo l’entusiasmo, subentra la prudenza, che dei ricercatori è sempre fedele compagna. Questo, dicono, è un successo di tappa lungo un cammino che durerà per tutta l’estate 2025 e che punta soprattutto a verificare se queste tecnologie possano essere efficaci sia con i lupi che con gli orsi. Su singole specie, infatti, i dissuasori sono già stati adottati con successo. Finora però non si è mai provato a testarne l’efficacia su entrambe le specie di grandi predatori che popolano le montagne del Trentino orientale. «Siamo soddisfatti di aver messo in campo un progetto concreto che ha subito dato questi primi risultati – spiega il presidente del Parco Walter Ferrazza – che dimostrano come, con intelligenza e metodo, attività umane e fauna selvatica possano coesistere e che si inserisce perfettamente nell’idea di un approccio di carattere tecnico-scientifico e socio-economico per la gestione dei grandi predatori».
«I dissuasori – sottolinea a sua volta il direttore Matteo Viviani – vanno pensati assieme a tutte le altre misure che già conosciamo per gestire la presenza dei grandi carnivori, proteggendo gli allevamenti e anche le persone, come le recinzioni elettrificate, l’adozione di cassonetti a prova di “incursioni animali”, tutte iniziative che a vari livelli soggetti come la Provincia e il Parco stanno attuando e diffondendo. Siamo convinti che solo con una rete collaborativa di strategie si possa dare risposte concrete e forme di gestione efficaci».
Il progetto innovativo per tutelare il lavoro dei malgari e il bestiame portato al pascolo durante l’estate dalle incursioni degli orsi e dei lupi, utilizzando dissuasori acustico/luminosi, è attualmente sviluppato dall’Unità Ricerca Scientifica del Parco Naturale Adamello Brenta, coordinata da Andrea Mustoni, in stretta collaborazione con il team del professor Marco Apollonio dell’Università di Sassari, con i Servizi Faunistico e Foreste della Provincia autonoma di Trento competenti in materia di gestione e prevenzione e con i Comuni di Massimeno e Bocenago. Il progetto sta raccogliendo le adesioni degli altri soggetti interessati, gli enti locali, l’Associazione allevatori della Val Rendena, ANARE-Associazione nazionale allevatori bovini di razza Rendena e l’Associazione Cacciatori Trentini. Nel corso dell’estate il sistema, basato su dissuasori acustico-luminosi che si attivano all’arrivo di un predatore, verrà testato in alcune malghe. Una parte importante della fase di sperimentazione riguarda anche l’addestramento degli animali all’alpeggio, soprattutto bovini, affinché si abituino ai suoni e agli impulsi luminosi eventualmente emessi dal sistema.
Caratteristica fondamentale del progetto è la ricerca di soluzioni per difendere gli animali al pascolo da due specie, orso e lupo, che hanno strategie predatorie molto differenti. Si tratta di un approccio nuovo e le aspettative sono quindi elevate.
A monte vi è la consapevolezza che l’alpeggio è un’attività tradizionale delle valli trentine, che definisce la cultura stessa del territorio e del paesaggio, che alimenta la ricchezza e la biodiversità dei sistemi ecologici e che produce ricadute importanti su tutta la filiera agroalimentare. Per questo va tutelata e incoraggiata.