l'intervista
lunedì 17 Marzo, 2025
Ciclisti e sicurezza sulle strade, Simoni: «Un morto quasi ogni giorno. Sulle regole serve fermezza»
di Gabriele Stanga
Il campione di ciclismo chiede rigore da parte della politica: «La patente deve essere rilasciata con delle modalità di rinnovo più rigide»
«Tutte le persone che sono qui in piazza sono già sensibili a questo tema, la nostra è una richiesta di giustizia e di civiltà», così si esprime Gilberto Simoni sul tema della sicurezza in strada. Parte della deriva sociale, ma si rivolge anche alle istituzioni. A cui si chiede più attenzione e fermezza nel fare rispettare le regole. «La patente deve essere rilasciata con delle modalità di rinnovo più rigide», osserva Ma, secondo lei, Simoni, da dove si deve cominciare a guardare il problema? «L’importanza di questa manifestazione è simbolica, serve consapevolezza del problema. Sulle strade c’è un morto ogni giorno e mezzo, senza contare i pedoni ed altri incidenti. È un bollettino da guerra. L’Italia è un paese in delirio e in rovina». Il problema è di tutti, quindi, non solo degli sportivi «Noi ci troviamo qui a simboleggiare il nucleo forte del ciclismo, ma poi ci sono bambini che vanno a scuola che muoiono, persone che vanno a fare la spesa, nonni che vanno ancora in bicicletta a fare la spesa. Anche perché muoversi in bicicletta sarebbe molto più semplice se non fosse pericoloso». Che intervento chiedete alla politica? «Chiediamo di intervenire con la giustizia. Non vogliamo più regole ma che le regole che ci sono vengano attuate e che ci sia rispetto. Le persone che sbagliano devono pagare». Si parla spesso anche di sensibilizzare i giovani, condivide questo spunto? «I giovani in macchina si comportano molto meglio di quelli della mia generazione. Il codice della strada si è adeguato e ottenere la patente oggi è un percorso un pochino più complesso ma ci son persone della mia età che hanno fatto 4 rinnovi e non sanno nemmeno più come sia cambiato il codice e non conoscono la segnaletica di oggi. Si fa la patente a 18 anni e poi si è a posto con un bollettino e una visita medica fino a 90. È veramente scandaloso. Servono modalità di rinnovo più serie». Ci sono esempi da seguire? «Io vengo dalla Spagna, dove abbiamo fatto un ritiro di 10 giorni. Lì c’era questo stesso problema ma ad un certo punto la politica è intervenuta massicciamente e insieme alle forze dell’ordine ha imposto le regole. Così in dieci anni la situazione è cambiata radicalmente e anche l’atteggiamento, si percepisce che le persone considerano e rispettano gli utenti deboli». Le zone 30 possono aiutare? «Dove sono nate c’è meno caos e si vede un’altra città che respira e si muove diversamente».
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