il ricorso
martedì 10 Dicembre, 2024
Ospedale: trattano ordini e Provincia
di Davide Orsato
Equo compenso. I termini per ritirare l’opposizione scadono oggi alle 12.
Piccolroaz: «Non abbiamo certezze»
                
                
                
                                        
                                
                                                            «Sì all’applicazione immediata dei regolamenti statali, anche in deroga alla legislazione provinciale vigente, con riferimento all’applicazione dell’equo compenso, anche con riguardo alle procedure di affidamento in corso». L’emendamento che porta — nientemeno — la firma del presidente della Provincia Maurizio Fugatti è stato depositato nei giorni scorsi. Modifica la legge finanziaria, andando a introdurre l’articolo 28 bis, intitolato «Disposizioni per il recepimento delle disposizioni statali correttive del codice dei contratti pubblici».
Il passaggio è tecnico, ma non occorre essere un addetto ai lavori per capire che l’emendamento c’entra con il nuovo polo ospedaliero — universitario. Quello contro cui tre ordini professionali (architetti, geologi, ingegneri) hanno presentato un ricorso, per ottenere — per l’appunto — l’applicazione dell’equo compenso, previsto dalla legge varata nel 2023. L’annuncio, le scorse settimane, non era passato inosservato, con la preoccupazione, manifestata anche da un altro ordine professionale, quello dei medici, che tale opposizione potesse tradursi in un ulteriore rallentamento per un’opera già funestata da ricorsi e controricorsi. Il tutto, mentre esplodono i costi di mantenimento del Santa Chiara, una struttura che, ogni anno che passa, mostra sempre di più la sua obsolescenza.
Trattativa sotterranea
La mossa di Fugatti anticipa l’approvazione da parte del governo del milleproroghe: nel «decretone» di fine anno c’è un correttivo importante proprio riguardo all’applicazione dell’equo compenso e l’emendamento consentirebbe un’adeguazione automatica. Oltre a questo, si potrebbe intervenire «retroattivamente» sugli affidamenti in corso: il passaggio è evidenziato al secondo comma e non avrebbe senso se non riguardasse la partita del nuovo ospedale. Un tentativo di mediazione? Gli ordini professionali confermano che una trattativa c’è: ci sono stati diversi incontri con la provincia. «Ma allo stato attuale — fa sapere il presidente dell’ordine degli architetti, Marco Piccolroaz — non c’è stata data alcuna assicurazione che sul progetto dell’ospedale possa venire applicato l’equo compenso».
Ultime ore
I tempi stringono: oggi alle 12 scadono i termini per il ritiro del ricorso. Altrimenti, si finirà davanti al giudice. La «rete» degli ordini avrebbe fatto una controproposta, che sarebbe stata rifiutata. Il timore della giunta Fugatti è che accogliere la richiesta — sull’ospedale — potrebbe portare fino a un anno di ritardo nel progetto, che già aspetta da troppo tempo. L’applicazione sull’applicazione dell’equo compenso «su tutto il resto» è un’apertura che potrebbe non essere sufficiente.
«Questione di qualità»
Sul tema interviene anche il presidente nazionale di Inarcassa (la cassa previdenziale di architetti e ingegneri), Andrea De Maio, che difende la battaglia degli ordini trentini. «Il Trentino è solitamente all’avanguardia, ma sta facendo una battaglia di retroguardia — spiega —. Il progetto è urgente? Sono d’accordo, ma deve essere fatto a regola d’arte. E solo l’applicazione dell’equo compenso può garantire la qualità necessaria nella costruzione di un’infrastruttura così importante».
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