politica
martedì 13 Febbraio, 2024
Verso la giunta regionale di soli uomini: «Come negli anni Cinquanta». E parte la raccolta firme
di Donatello Baldo
Raggiunte oltre 1800 firme. La Rete delle donne: «È anacronistico che non si rappresentino i due generi presenti in Aula»

È così, o comunque sembra che si vada proprio nella direzione che una petizione popolare chiede a gran voce di scongiurare: una giunta regionale di soli uomini. Nel 2024, «sarà come ritornare agli anni ‘50». Ieri un vertice dei capigruppo della maggioranza trentina ha indicato la direzione: «Noi ne abbiamo tre, il presidente Fugatti per forza, e per forza anche il rappresentante ladino Luca Guglielmi. Poi c’è il posto promesso a Fratelli d’Italia — ricordano nel centrodestra — che va a Carlo Daldoss». Insomma, tutti uomini. E se proprio si dovesse trovare una donna, «la trovassero quelli di Bolzano». Che però anche a loro spettano tre componenti: ovviamente il presidente Arno Kompatscher, poi Franz Locher (così ha deciso l’Svp) e in forza dell’accordo che ha dato il via alla giunta provinciale altoatesina, un assessorato va a Angelo Gennaccaro. Tutti uomini anche loro. Tre più tre, sei. Ed è tabù pensare a un allargamento del numero degli assessori: «L’Svp non vuole — dicono gli stessi del centrodestra trentini — perché non vogliono legittimare la Regione. E comunque sarebbero troppe per le competenze che ha ora la giunta regionale». Meglio una giunta senza donne: «Non è il massimo, ma in ogni caso la legge non la prevede».
La prospettiva di un mono-genere è quantomeno anacronistica.
In una regione attenta alle minoranze, quella della rappresentanza femminile nell’Assemblea legislativa non viene contemplata. «La Regione Trentino Alto Adige è un organismo di rappresentanza e svolge funzioni analoghe a quelle del Governo e del Parlamento, hanno una funzione di rappresentanza democratica», affermano molte donne amministratrici, del Trentino, dell’Alto Adige, dei comuni trentini e altoatesini. «Una pluralità di norme garantisce l’accesso alle cariche elettive a tutte ed a tutti, senza distinzione di lingua, sesso. Se ne evince — scrivono le prime firmatarie, a partire da tutte le consigliere dell’opposizione — che in un esecutivo la rappresentanza di genere va garantita, in virtù dei principi costituzionali».
Le elette nel Consiglio Provinciale di Trento sono 14 e in quello di Bolzano sono 10, per un totale di 24 donne, su un totale di 70 consiglieri e consigliere: «Nel 2024 non è pensabile un governo regionale senza il punto di vista delle donne, ne va del vantaggio per la comunità».
La petizione (su change.org: no ad una giunta regionale senza donne) è promossa dalla Rete delle Donne Trentino Alto Adige, nata da un sinergia tra Partito Democratico – Demokratische Partei, Verdi – Grüne – Vërc , Team K, Campo Base, Casa Autonomia, a cui hanno aderito donne di altre forze politiche o impegnate in prima fila nella difesa delle pari opportunità: «Ci mobilitiamo per tutte le donne, anche quelle della maggioranza, che hanno diritto e dovere di essere rappresentate». E l’appello: «Firma anche tu per non tornare indietro agli anni ’50, in cui la politica era solo una cosa da uomini».
L'intervista
Alto Adige/Südtirol, in un libro si indaga la (possibile) indipendenza: «E se il Sudtirolo diventasse uno Stato? La scelta è politica»
di Emanuele Paccher
L’associazione Noiland pubblica in italiano il testo edito la prima volta nel 2023. «Non ci sarebbero conseguenze economiche. E il Trentino sarebbe il primo partner»
l'intervista
Pergine, Oss Emer: «Provinciali 2028? Punto ad esserci. Stavolta potrei cedere alle sollecitazioni»
di Giovanna Venditti
Sindaco per quasi tre mandati, da 4 mesi è tornato a capo della sua azienda edile: Morelli? «Riconosce il lavoro precedente fatto da noi ma se fa il part-time sbaglia»
L'intervista
Proporzionale, Daldoss frena gli entusiasmi del Patt: «Parlarne ora è prematuro, aspettiamo la Consulta sul terzo mandato»
di Simone Casciano
Per il consigliere provinciale, fuoriuscito da Fratelli d'Italia, discuterne adesso è «inappropriato». Prima serve capire cosa deciderà la Corte Costituzionale
La dotazione
Furti in azienda: la Provincia lancia i contributi. Da 5mila a 48mila euro per finanziare allarmi, blindate, videocamere e impianti contro i ladri
di Redazione
L’incentivo è rivolto a micro e piccole imprese. Il sostegno può coprire fino al 96% della spesa sostenuta, sommando l’incentivo provinciale (60%) con il credito d’imposta nazionale (36%)