domenica 3 Dicembre, 2023
Anche in Trentino sempre meno figli. L’esperto: «Le coppie lasciano tardi la casa dei genitori»
di Tommaso Di Giannantonio
Al via il festival della Famiglia. I nuclei numerosi sono in aumento (+5% in dieci anni), ma non è sufficiente, il tasso di fecondità dovrebbe essere a 2 anziché a 1,4. Il dirigente Malfer: «Scarto tra desiderio e realtà»

La volontà di avere figli c’è. Ma tra il desiderio e la realtà c’è di mezzo il mare. In Italia lo scarto tra i figli desiderati (2,1) e i figli effettivi (1,4) è uno dei più alti d’Europa. Fanno peggio solo Spagna e Grecia. «La media trentina è uguale a quella italiana. L’obiettivo è ridurre questo gap», spiega Luciano Malfer, dirigente generale dell’Agenzia per la coesione sociale della Provincia. Ed è proprio lo «spread» (ossia il divario) tra «famiglia reale» e «famiglia desiderata» il tema della dodicesima edizione del festival della Famiglia di Trento, iniziato ieri con la rassegna di eventi culturali, sportivi e artistici.
«Si esce da casa troppo tardi»
Domani si aprirà invece il programma di convegni, dibattiti e tavole rotonde. Il Castello del Buonconsiglio farà da cornice all’evento inaugurale. Tra gli ospiti ci saranno gli assessori alle politiche familiari di Umbria, Piemonte, Friuli-Venezia Giulia e Sardegna e il demografo Alessandro Rosina. La kermesse andrà avanti fino a giovedì. Il sottotitolo racchiude le soluzioni e al tempo stesso i motivi dello scarto tra famiglia desiderata e reale: «Quali le politiche da attuare partendo dall’autonomia dei giovani e dal sostegno all’occupazione femminile».
Sì perché una delle ragioni consiste nella lunga permanenza dei giovani nella casa dei genitori. «I giovani italiani escono da casa a 31,5 anni: un’età troppo elevata – sottolinea Malfer – I giovani europei escono da casa a 26,5 anni, gli svedesi addirittura a 19 anni». In Europa l’Italia è il sesto Paese per età di abbandono del nucleo familiare (dietro a Croazia, Portogallo, Slovacchia, Bulgaria e Grecia). In passato il Trentino registrava valori più bassi rispetto alla media, mentre oggi sembra essersi omologato al panorama nazionale.
«Equilibrio demografico con 2 figli»
E più si esce tardi dall’abitazione dei genitori, più aumenta l’età media in cui si fanno i figli. In Italia le donne hanno il primo figlio a 31,4 anni: è il valore più alto d’Europa. La media europea è di 29,4 anni.
Questo si riflette a sua volta sul tasso di fecondità, ossia il numero medio di figli per donna. In Italia si colloca a 1,24, mentre in Trentino a 1,36. «Ma non è sufficiente — spiega Malfer — Per avere un equilibrio demografico il numero medio di figli deve essere 2,1, lo stesso valore dei figli desiderati».
«Insistere sul modello Triple P»
Per ridurre il gap tra desiderio e realtà «bisogna insistere sul modello delle Triple P: prosperità (crescita), pianeta (ambiente) e persone — dice Malfer — Occorre adottare politiche che mettano al centro la famiglia e rendano attrattivo il territorio. Non esista una sola soluzione, ma un ecosistema di politiche. Ci sarà un piano di legislatura. Gli ambiti sono l’occupazione femminile, la conciliazione vita-lavoro, l’attrattività territoriale e i giovani».
Da questo punto di vista l’abbinamento delle politiche per la famiglia con lo sviluppo economico «rappresenta un passaggio importante». «Le politiche per la famiglia sono considerate strategiche per lo sviluppo del territorio, non sono più riparative o redistributive — spiega il dirigente provinciale — In Trentino le politiche sul benessere della famiglia sono nate nel 2011 e cercavano di cambiare il paradigma: la famiglia non come problema, ma come risorsa. Il nuovo assessorato suggella questo percorso».
L’evoluzione delle famiglie
In Trentino le famiglie sono 240 mila. Rispetto al 2008 sono aumentare le famiglie con un solo componente, dal 32,4 al 35,6%, e sono diminuite quelle con figli, dal 38 al 33,9%. Stabili le coppie senza figli (dal 22,8 al 22,3%), in crescita quelle monogenitori (dal 6,8 all’8,2%). Tra le famiglie con figli sono rimaste costanti quelle con 2 figli (dal 43 al 44,5%), sono diminuite quelle con 1 figlio (dal 45,5 al 39,2%) e invece sono aumentate quelle con o più di 3 figli (dall’11 al 16,3%). «Questo significa che quando i figli rientrano in un progetto di vita il territorio è in grado di offrire gli strumenti per realizzarlo», conclude Malfer.
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