la storia

sabato 7 Gennaio, 2023

Una ministra «trentina» per il governo del Brasile

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Il primo ministro brasiliano Lula ha scelto Ana Beatriz Moser, il cui bisnonno era di Baselga di Pinè, per guidare lo sport della nazione verde-oro. Per lo storico Renzo Maria Grosselli: «La nomina è la consacrazione delle comunità di trentini che hanno conservato una forte memoria identitaria»

Ha origini trentine la nuova Ministra dello Sport nominata dal Presidente Lula: si tratta di Ana Beatriz Moser, 54 anni ed ex-pallavolista di livello mondiale. «Una grande donna di cultura trentino-brasiliana arrivata ai massimi livelli della società politica brasiliana», la descrive Renzo Maria Grosselli, storico dell’emigrazione trentina e italiana.
Moser, orgoglio della pallavolo gialloverde, durante la propria carriera sportiva ha partecipato a 3 Olimpiadi, e insieme alla propria squadra ha vinto il bronzo ai Giochi olimpici di Atlanta del 1996: la prima medaglia ottenuta dalla nazionale brasiliana di pallavolo femminile. «Nel 2001 ha poi creato l’Istituto Sport e Educazione, un ente che mirava ad avvicinare i più poveri allo sport». E che, nel corso della sua attività, ha coinvolto 6 milioni di bambini e 55 professori. Nel 2003 è poi stata eletta presso la Commissione Nazionale Atleti. All’interno del Ministero dello Sport, oltretutto, si verifica ora l’ennesimo stacco dalle scelte dell’esecutivo precedente: «Il governo Bolsonaro aveva declassato il Ministero ad una segreteria», ha affermato Grosselli, spiegando che, nel 2020, questa aveva ricevuto solo 225 milioni di reais. Ora, invece, il Ministro dello Sport avrà in dotazione 2 miliardi di reais. Nel proprio operato, Moser punterà ad assicurare a tutti il diritto allo sport, come garantito dalla Costituzione brasiliana. «Prima della pandemia, il 30% dei brasiliani praticava sport con cadenza settimanale – spiega Grosselli – La ministra si è insediata il 4 gennaio, e ha affermato di voler portare una rivoluzione nello sport, per renderlo accessibile a tutti, anche alle classi più marginalizzate».
Lo storico aggiunge poi un altro dato degno di nota riguardo la storia brasiliana: «Moser è la seconda ministra dello sport con un passato sportivo; l’altro caso era stato Pelé, che aveva occupato questa carica durante il governo di Fernando Henrique Cardoso». L’attuale Ministra dello sport è nata a Blumenau, una città di circa 350mila abitanti dello stato di Santa Catarina. Il bisnonno di Moser era originario di Baselga di Piné, e giunse in Brasile ancora quattordicenne. Si stabilì a Rodeio, dove nacquero anche il nonno e il padre dell’ex-atleta. Secondo lo storico, Rodeio è uno dei municipi più importanti quando si parla di comunità trentine – o meglio, tirolesi, dato che agli inizi dell’emigrazione il Trentino era ancora parte del Tirolo – insieme a Nova Trento e Rio dos Cedros. «I primi tirolesi arrivarono in Brasile nel 1874, e a partire da quell’anno fino al 1914 ne giunsero circa 30mila». Questi si recarono in almeno 5 stati: Rio Grande do Sul, Santa Catarina, Paranà, San Paolo e Espírito Santo. «Il ‘miracolo’ di Santa Catarina è che lì si formarono tre comunità trentine molto coese: Nova Trento, Rodeio e Rio dos Cedros, che sono comuni ancora fittamente trentini». L’elezione di una ministra con origini trentine è quindi, secondo lo studioso, «la definitiva consacrazione di queste comunità che, nel corso delle generazioni, sono diventate perfettamente brasiliane, ma che hanno ancora un’origine e una memoria identitaria che hanno molto a che fare con il Trentino». Nei comuni di Rio dos Cedros, Rodeio e Nova Trento, infatti, è ancora molto vivo il ricordo della regione di provenienza: «Ancora centinaia di persone parlano – oltre al portoghese – un dialetto di derivazione trentina. E c’è ancora una Weltanschauung che ricorda la nostra terra di un tempo».
Una trentinità ancora importante, quindi. L’ulteriore conferma giunge dagli studi condotti da Grosselli, che ha scoperto che il 27,5% degli abitanti di Rio dos Cedros porta un cognome di origine trentina. E che «su 16 sindaci che si sono susseguiti a partire dal 1961 (l’anno in cui Rio dos Cedros è diventato un comune), 13 avevano un cognome di origine trentina, compresi il sindaco attuale e quello precedente». L’ultimo dei libri di Grosselli, «Rio dos Cedros nella nostra mente» – scritto insieme allo studioso Andrey José Taffner Fraga – racconta proprio della comunità trentino-tirolese insediata in questo comune.