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martedì 9 Dicembre, 2025

Trentino, ladino, cimbro e mòcheno: una piattaforma raccoglie 14.000 contributi audio per salvare i dialetti

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Il progetto AlpiLinK - Lingue Alpine in contatto, che ha visto la partecipazione degli atenei di Verona, Bolzano, Trento, Torino e della Valle d’Aosta

Oltre 3.300 parlanti coinvolti in 1.033 diversi Comuni, 18 lingue minoritarie mappate e migliaia di audio raccolti: si è chiuso dopo una fase preparatoria e un percorso durato oltre due anni il progetto AlpiLinK – Lingue Alpine in contatto, che ha visto la partecipazione degli atenei di Verona, Bolzano, Trento, Torino e della Valle d’Aosta. L’iniziativa, per l’Università di Trento coordinata dal professor Ermenegildo Bidese, docente del Dipartimento di Lettere e Filosofia, è stata finanziata dal Ministero dell’Università e della Ricerca come progetto di ricerca di rilevante interesse nazionale.

La mappa interattiva open, disponibile sul sito alpilink.it, raccoglie i contributi registrati dai cittadini che hanno partecipato spontaneamente e gli audio realizzati dagli oltre 1.100 studenti delle 36 scuole secondarie di secondo grado coinvolte nel progetto. Gli studenti hanno partecipato a incontri di formazione in classe e a attività sul campo, conducendo interviste ai parlanti del proprio territorio di riferimento.

In Trentino sono stati raccolti oltre 14.000 contributi audio in trentino, ladino, cimbro e mòcheno, con 6 scuole partecipanti. Il Comune con la partecipazione maggiore è stato Luserna, un’isola linguistica cimbra, dove il 13% della popolazione ha preso parte al progetto.

Il database di AlpiLinK rappresenta un importante contributo allo studio e alla divulgazione delle lingue minoritarie e dei dialetti, dai più diffusi fino a quelli parlati in piccole isole linguistiche. Fra le varietà linguistiche analizzate ci sono friulano, veneto, trentino, ladino, lombardo, piemontese, francoprovenzale, occitano, walser, cimbro, mòcheno, sappadino, saurano, timavese, tirolese, resiano, tedesco e sloveno della Val Canale, comprendendo quindi lingue romanze, germaniche e slave. Fra i partecipanti, il più anziano ha 101 anni, è della Val Badia e parla ladino, mentre il più giovane è un bambino di 4 anni che parla francoprovenzale.

AlpiLinK si configura come un vero e proprio “cruscotto” per la ricerca, permettendo di esplorare le diversità linguistiche e confrontare, in modo trasversale, le diverse espressioni usate dai partecipanti per esprimere lo stesso concetto.

Un esempio pratico emerge da una delle domande del questionario online, in cui i partecipanti dovevano descrivere un’immagine raffigurante un uomo che taglia un salame. Nel Nord Italia, la parola salame è comune anche nelle lingue di minoranza di origine tedesca e slovena. Tuttavia, dall’analisi dei dati emergono altre varianti locali: nei dialetti tirolesi e nel walser domina la parola Wurst, equivalente del tedesco standard; nei dialetti veneti prevale la forma salado. Nel francoprovenzale della Valle d’Aosta, alcuni parlanti scelgono saouseusse, simile al francese saucisse, mentre la maggioranza opta per salam. In Trentino, invece, la parola più usata è luganega, che indica un tipo di insaccato diverso dal salame tradizionale.