Lo scontro sulla 194

sabato 20 Aprile, 2024

Sull’aborto la leghista Cattoi va in controtendenza: «Sono liberale, l’ultima parola spetta alle donne»

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La parlamentare eletta in Trentino si astiene sull'emendamento voluto dal governo per aprire alle associazioni del terzo settore. E Ferrari (Pd): «Iniziativa inutile»

Due deputate, schierate su fronti opposti, pur da posizioni diverse arrivano a difendere assieme i principi della legge 194 sull’interruzione volontaria di gravidanza. Da una parte Sara Ferrari del Pd e dall’altra Vanessa Cattori della Lega, entrambe elette in Trentino, sono tra le protagoniste dell’ultimo scontro in Parlamento sui temi etici. L’una per aver presentato un ordine del giorno che ha diviso la maggioranza e l’altra per essere nel gruppo che su quell’ordine del giorno, in difformità all’indicazione del governo, ha preferito astenersi.

L’emendamento e l’odg
Stiamo parlando dell’emendamento al Pnrr, alla parte che si occupa della missione salute. Emendamento proposto da Fratelli d’Italia in cui viene previsto il coinvolgimento nei consultori degli enti del Terzo settore «con esperienza nel sostengo della maternità». Leggi: le associazioni Pro-Vita, antiabortiste per definizione. «La 194 — osserva Ferrari — prevede già l’apporto del Terzo settore, non aveva senso ribadirlo. Se non — sottolinea — per insistere sulla presenza di questo tipo di realtà. Si tratta di un messaggio politico che permette a queste associazioni di presentarsi alle porte dei consultori con una sorta di lasciapassare». Per contrastare questo emendamento, la deputata dem ha presentato un ordine del giorno: «Che impegna il governo ad assicurare che queste nuove disposizioni non minino in alcun modo la piena attuazione della 194 e non restringano il diritto delle donne all’accesso all’interruzione volontaria di gravidanza». Una mossa per mettere in difficoltà la maggioranza, infatti il governo ha dato parere negativo sul testo: «Ma se davvero, come dice la premier Meloni, non si intende modificare la legge, come si fa dire no a questo ordine del giorno? Tant’è — ricorda la deputata — in quindici tra deputati e deputate della Lega hanno scelto l’astensione. Nemmeno loro si fidano delle parole di Meloni che la 194 non la vuole toccare».

Cattoi: «Decidano le donne»
Tra le astenute, assieme al capogruppo leghista alla Camera Riccardo Molinari, anche la deputata leghista trentina Vanessa Cattoi: «Sui temi etici, nella Lega, c’è libertà di coscienza. Detto questo, l’ordine del giorno aveva un impianto puntuale e chiedeva la piena attuazione della legge 194, l’impegno a non restringere la libertà delle donne. E come si può essere contrari a questi principi? Io sono liberale — afferma Cattori — io credo che la scelta in tema di aborto spetti alle donne, che l’ultima parola spetti alle donne, perché il tema riguarda le loro vite». E ne fa anche una questione di coerenza politica: «La stessa premier Meloni dice che non c’è alcuna volontà di modificare la legge, quell’ordine del giorno diceva la stessa cosa. Si chiedeva di attuale la 194, vorrei vedere chi non è d’accordo».

«Anzitutto la liberà delle donne»
La deputata leghista sa bene che contro gli astenuti del centrodestra sono arrivati gli strali delle associazioni Pro-Vita: «La mia non è una posizione pro o contro qualcuno. La legge prevede già che le associazioni possano essere coinvolte nei consultori e se un’associazione pro-vita intende proporre altre soluzioni rispetto all’aborto, non ho nulla in contrario. Io sono a favore della vita — sottolinea — però nelle singole situazioni ogni donna deve essere libera di affrontare in modo adeguato e consapevole la propria scelta. Scelta che non dev’essere mai giudicata». E ribadisce la sua posizione politica: «Sono liberale, sono per la libertà. Poi è facile fare alcune scelte se hai uno stipendio garantito, una situazione familiare stabile, il posto fisso. Ci sono invece situazioni personali, familiari, economiche che ti portano a farne altre di scelte. Tutte legittime. Difendo la vita — afferma — ma difendo anche le donne che scelgono di accedere all’interruzione volontaria di gravidanza, perché sono loro che devono decidere della propria vita». E aggiunge: «Bisogna viverle certe situazioni, non è così semplice».