Il fenomeno
mercoledì 17 Dicembre, 2025
Solidarietà in crisi, calano le donazioni. Casagranda (Trentino solidale): «Pesa la situazione economica, tante famiglie sono in difficoltà»
di Massimiliano Moser
«In Trentino, dove le spese sono molto elevate, le persone hanno meno risorse da destinare alle associazioni di volontariato»
Nel 2025 il mondo del volontariato trentino si trova a fare i conti con sfide importanti nella raccolta di risorse, tra segnali contrastanti e difficoltà di finanziamento per molte organizzazioni del Terzo settore: le donazioni alle associazioni di volontariato sono in diminuzione. Secondo i dati Ispat nel 2005 il 35,7% della popolazione residente in Trentino con più di 14 anni offriva un contributo economico alle realtà del territorio: da dopo il periodo Covid (2020) questo dato è calato fino ad arrivare al 22%, circa 2 persone su 10 (edizione de ilT Quotidiano del 16 dicembre). In questo quadro, la sfida del 2025 per il volontariato trentino è duplice: da un lato, mantenere vive reti di solidarietà attraverso iniziative innovative e servizi di supporto, dall’altro convincere un numero crescente di cittadini a investire fiducia e risorse nelle organizzazioni che, spesso in silenzio, sostengono la coesione sociale del territorio.
«Abbiamo molte persone che ci conoscono e fanno le loro donazioni che vanno dai 20 euro fino a cifre dai 500 euro in su – dichiara Giorgio Casagranda, presidente dell’organizzazione di volontariato Trentino Solidale – I donatori, oltre all’aiuto della Provincia che ci dà i soldi perché partecipiamo a un bando, ci permettono di raccogliere circa 300mila euro all’anno, che è il costo necessario per mandare avanti la nostra realtà. La diminuzione delle donazioni è sicuramente legata a un fattore economico; le persone guadagnano meno, e quindi donano anche meno. In una regione come il Trentino, dove le spese medie per una persona sono molto elevate, basti pensare al costo dell’affitto, delle bollette e ad altre spese, il costo della vita è maggiore rispetto ad altre regioni italiane, quindi le persone hanno meno risorse da destinare alle associazioni di volontariato».
La motivazione principale riguarderebbe dunque la mancanza effettiva di denaro da destinare a queste associazioni, ma un altro fattore di cambiamento nel mondo delle associazioni del volontariato, riguarderebbe la possibilità di donare anche tramite strumenti digitali. In Trentino infatti, le associazioni di volontariato stanno sperimentando segnali di rallentamento nei tradizionali canali di raccolta fondi: questo è in parte dovuto alla maggiore consapevolezza dei donatori, che chiedono trasparenza e impatto tangibile delle risorse donate, preferendo sempre più strumenti digitali e forme nuove di impegno rispetto alle modalità tradizionali. La sensazione resta quella di una svolta necessaria ma non ancora completata per quanto riguarda le donazioni digitali, che sono uno strumento utile e che, a detta del presidente, permettono anche un risparmio di tempo.
«Le donazioni digitali possono aiutare – continua Casagranda – è una perdita di tempo inferiore rispetto ad andare in banca o fare il versamento fisicamente: uno strumento più semplice e più immediato. Chi fa delle donazioni attraverso strumenti digitali, può poi detrarre ogni donazione che fa, le donazioni digitali sono tutte tracciabili, e questo per il donatore è molto importante».
Nel contesto provinciale molte organizzazioni stanno comunque cercando di reggere il colpo, mantenendo attivi progetti sociali e di comunità nonostante la pressione sui bilanci. Queste iniziative non sempre sono però sufficienti a far fronte ai bisogni crescenti delle realtà assistenziali e sociali. Secondo il presidente di Trentino Solidale però, settori come la lotta allo spreco alimentare, di cui si occupa la sua organizzazione, non hanno particolarmente subito questo calo di donazioni alle associazioni solidali.
«Devo dire che per quanto riguarda il cibo e la lotta allo spreco alimentare non abbiamo notato particolare diminuzione di risorse economiche disponibili rispetto a qualche anno fa – conclude Casagranda – Per fortuna anche negozi e supermercati continuano a donarci il cibo come gli anni passati; si vede che questo è un tema molto sentito anche a livello sociale e quindi abbiamo la possibilità di essere aiutati sia da pubblici che da privati. La lotta contro lo spreco alimentare è una delle nostre grandi battaglie, non abbiamo notato un calo delle donazioni in questo ambito».