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martedì 26 Marzo, 2024

Scuola, niente compiti per le vacanze di Pasqua. Gerosa: «Si pensi al benessere emotivo degli studenti»

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L’assessora firma una nuova circolare rivolta ai dirigenti: «Attacchi di panico da parte degli alunni, dobbiamo aumentare il supporto psicologico»

Niente compiti bis. Ieri l’assessora provinciale all’istruzione Francesca Gerosa ha firmato una circolare in cui invita tutti i dirigenti scolastici, quindi i docenti, a non assegnare i compiti a casa per le vacanze di Pasqua (da giovedì 28 marzo a martedì 2 o mercoledì 3 aprile). Aveva già fatto la stessa cosa in occasione delle vacanze di Carnevale. La finalità è la medesima. «Dobbiamo pensare al benessere emotivo dei nostri studenti», dice l’assessora.
A proposito di benessere emotivo, nelle scuole trentine sono aumentati i casi di crisi d’ansia tra gli studenti (il T di domenica). La Provincia come intende affrontare questo fenomeno?
«È un fenomeno in espansione, non solo in Trentino, ma in tutto il mondo. Questo ci preoccupa. Dobbiamo interrogarci su ciò che possiamo fare per alleggerire queste problematiche all’interno delle mura scolastiche: c’è chi ha attacchi di panico, chi attacchi di depressione, chi ha atteggiamenti autolesionisti e chi ha problemi relazionali. È un problema molto complesso. Non possiamo affrontarlo solo all’interno della scuola. Non possiamo pensare che i docenti si facciano carico di tali complessità. La scuola deve essere affiancata e sostenuta implementando il sostegno psicologico: oggi c’è, ma non è sufficiente».
Per fronteggiare il fenomeno il liceo Rosmini di Trento sta pensando di introdurre «stanze di prima emergenza», cioè spazi di accoglienza in cui poter gestire eventuali crisi. Si potrebbe replicare l’iniziativa in tutta la provincia?
«Non vi so dare una risposta: può essere utile in alcuni casi, ma non in altri. All’interno della scuola, nel nostro piccolo, possiamo diminuire quella pressione psicologica a cui i giovani si sentono sottoposti. Mi riferisco anche al carico di aspettative prestazionali. Bisogna riprendere in mano il sistema della valutazione dei ragazzi. Uno dei temi, a me molto caro, è quello della disconnessione: dobbiamo dare la possibilità ai ragazzi di gestire il proprio tempo. La scuola non può essere totalizzante: è la priorità, ma deve esserci spazio anche per altre attività. Il diritto alla disconnessione non è un mio capriccio, ma è una necessità avvertita dagli stessi ragazzi».
L’invito a non assegnare i compiti a casa per le vacanze di Pasqua va in questa direzione?
«Esatto. La questione non è tanto il compito in sé, ma permettere agli studenti di recuperare le energie. Oggi, invece, si sentono in dovere di rimanere sempre connessi con la scuola: da un lato, in parte, può essere un bene, ma dall’altro non favorisce quella maturità necessaria per gestire il carico di responsabilità. Senza intaccare l’autonomia scolastica, la circolare invita a tenere in considerazione che il tempo dei ragazzi non è tutto della scuola. Io ho anche le deleghe alle politiche giovanili e alle politiche della famiglia: ognuno di questi ambiti ha la sua dignità, a partire dalle relazioni con i propri pari».
Cambiando argomento. Sta facendo discutere la seconda ora di educazione motoria in quarta elementare (articolo a fianco). Come risponde alle critiche?
«Per quanto riguarda l’impatto sull’organico, il sistema riuscirà a compensare questa scelta. Non avrà nessun impatto sui docenti già in ruolo. Sul fronte delle disponibilità l’impatto sarà ridotto per effetto dell’elevato numero di pensionamenti. Detto ciò, nel momento in cui crediamo che sia importante insegnare sani stili di vita, non c’è polemica che tenga».
«Episodio inaccettabile», così ha definito la lite violenta tra studenti all’Istituto Veronesi di Rovereto. Cosa farà la Provincia?
«Ho convocato il consiglio di amministrazione dell’istituto per confrontarci. La Provincia investe importanti risorse nell’istituto: dobbiamo essere garanti di questo investimento».