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giovedì 4 Dicembre, 2025

Sciopero generale il 12 dicembre indetto dalla Cgil contro la manovra finanziaria: «No al riarmo. Pensioni? Aumento di soli 3 euro»

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Il corteo partirà dall'università di sociologia a Trento, arrivando fino al Commissariato del Governo

«Il 12 dicembre in sciopero per cambiare la manovra finanziaria del Governo». In una conferenza stampa congiunta tenuta nella sede della CGIL del Trentino, i segretari generali delle camere del lavoro di Trentino e Alto Adige hanno illustrato le motivazioni che porteranno i lavoratori delle due province autonome a partecipare allo sciopero generale del 12 dicembre, indetto a livello nazionale.

I segretari Cgil del Trentino e dell’Alto Adige, Maurizio Zabbeni e Cristina Masera, hanno ribadito che la mobilitazione è una necessità concreta di fronte a scelte che rischiano di impoverire ulteriormente salariati, pensionati e famiglie. La CGIL ritiene la manovra in questi giorni approdata in Parlamento un rischio per la condizione economica dell’Italia, più che un’occasione di sviluppo e crescita: una manovra di 18 miliardi che la CGIL boccia in molti dei suoi punti. Nella manovra, secondo i due segretari, non ci sono risorse adeguate per temi come sanità, scuole, assistenza agli anziani, e sicurezza dei lavoratori. Non va meglio per i pensionati: l’aumento delle pensioni minime sarà di soli 3,13 euro al mese.

«Scioperiamo contro una manovra finanziaria che opera scelte politiche ben precise – apre il segretario organizzativo CGIL del Trentino Maurizio Zabbeni – sarà uno sciopero propositivo, la CGIL è il sindacato della proposta. Il governo Meloni non fa nessuna scelta per restituire ai pensionati e ai lavoratori una tassa, che noi definiamo occulta, di circa 25 miliardi di euro. Noi crediamo che questa tassa si possa recuperare: la CGIL ha proposto un contributo di solidarietà all’1% della popolazione più ricca, per finanziare politiche a beneficio del restante 99%. Salari bassi e lavoro precario sono inoltre fenomeni all’ordine del giorno anche in Trentino».

Uno sciopero anche contro il riarmo. Le spese eccessive per la difesa militare rubano risorse al sociale: per sanità, istruzione, e servizi sociali lo Stato non investe tanto quanto per l’armamento, lamentano i rappresentanti Cgil. «Servirebbero politiche di sostegno a lavoratori e famiglie, invece si preferiscono le spese militari – continua Zabbeni – Anche per il sistema pensionistico non va meglio: Salvini e Meloni sono riusciti addirittura a peggiorare la Fornero, andremo in pensione sempre più vecchi e con assegni pensionistici sempre più bassi. Un modello alternativo è possibile, non siamo in piazza per fare il cosiddetto weekend lungo».

Un corteo che partirà dall’università di sociologia a Trento, arrivando fino al Commissariato del Governo, al quale sarà presente anche Andrea Borghesi, segretario generale nazionale CGIL.  Anche in Alto Adige la linea è la stessa.

La segretaria generale dell’Alto Adige Cristina Masera ha richiamato l’attenzione sul tema dei servizi pubblici, definendo allarmante il quadro che si sta delineando. «La legge di bilancio che contestiamo mantiene le disuguaglianze e anzi le aggrava – sottolinea la segretaria generale altoatesina Masera – Alle tasse per pensionati e lavoratori non viene data la giusta importanza dal governo Meloni. Le norme di sicurezza sul lavoro sono carenti, per non parlare del tema dei salari e dei rinnovi contrattuali; lo sciopero del 12 dicembre riguarderà tutti i settori pubblici e privati. Non c’è una governance adeguata di politica industriale nel nostro Paese. Se le leggi di bilancio dovrebbero dare una visione di futuro, questa legge di bilancio ci dà un futuro precario, impoverito, con i giovani che sono costretti a uscire dal nostro Paese; dobbiamo evitare la cosiddetta fuga di cervelli all’estero. Le province di Trento e Bolzano fanno fatica a compensare questa mancanza, se la linea governativa del Paese va totalmente in un’altra direzione. A volte lo sciopero può sembrare una misura troppo forte per questo tipo di problematiche, noi crediamo che solo proclamando uno sciopero dichiariamo la gravità della situazione».