la sentenza
giovedì 7 Marzo, 2024
Perfido, la Cassazione rigetta il ricorso: la condanna per Saverio Arfuso diventa definitiva
di Redazione
Un anno fa la condanna d'appello a 8 anni e 10 mesi. Il neo sindaco di Lona-Lases: «Il primo passo per mettere una pietra tombale sul passato e andare avanti con il confronto»
In Trentino l’ndrangheta si è infiltrata nel tessuto economico del porfido. Lo dice la Cassazione. La Corte ha infatti rigettato il ricorso presentato dagli avvocati difensori di Saverio Arfuso contro la condanna d’appello a 8 anni, 10 mesi e 20 giorni per associazione mafiosa e riduzione in schiavitù. Come riporta la Tgr Rai di Trento, con il pronunciamento degli ermellini passa in giudicato la prima sentenza del cosiddetto processo ‘Perfido’, la complessa e articolata indagine della procura della Repubblica e dei carabinieri del Ros che hanno scoperchiato le infiltrazioni dell’ndrangheta in val di Cembra, il polo estrattivo del porfido.
«Non c’erano dubbi che le infiltrazioni dell’ndrangheta ci fossero state. Oggi possiamo finalmente dire che non erano chiacchiere ma certezze. Il primo passo per mettere una pietra tombale sul passato e andare avanti con il confronto. Sono molto contento». Ha dichiarato l’avvocato Antonio Giacomelli, neo sindaco di Lona Lases, commentando la notizia della sentenza della Cassazione che ha certificato le infiltrazioni dell’ndrangheta nel tessuto economico del porfido. Gli ermellini hanno infatti respinto il ricorso dei difensori di Saverio Arfuso confermando la sentenza d’appello a 8 anni, 10 mesi e 20 giorni per associazione mafiosa e riduzione in schiavitù. Con il pronunciamento della Cassazione passa quindi in giudicato la prima sentenza del cosiddetto processo ‘Perfido’, la complessa e articolata indagine della procura della Repubblica e dei carabinieri del Ros che hanno scoperchiato le infiltrazioni dell’ndrangheta in val di Cembra, il polo estrattivo del porfido, e soprattutto a Lona Lases che proprio a seguito dell’inchiesta è stata oggetto di commissariamento non riuscendo per tre turni elettorali ad esprimere sindaco e consiglio comunale. La svolta con la tornata del 25 febbraio scorso che hanno portato all’elezione dell’avvocato 55enne Giacomelli. «La sentenza della Cassazione certifica che la giustizia c’è – ha aggiunto il neo sindaco -. Auspico adesso che lo Stato continui ad essere presente: dobbiamo ripartire e lo stiamo facendo. Il mio insediamento e quello del consiglio comunale è stato l’inizio, una bella festa di popolo. Ora abbiamo anche il geometra, resta da colmare il vuoto del segretario comunale ma ce la faremo. Il 13 marzo ospiteremo il presidente del Consiglio provinciale, segno della vicinanza delle istituzioni per la ripartenza».
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