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martedì 17 Gennaio, 2023

Pelè «O Rei do futebol», il Re del calcio

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È grazie a lui che la maglia numero 10 è diventata quella più ambita da tutti i fantasisti del mondo

Ventinove dicembre 2022. È su tutti i giornali: a 82 anni, il re è morto. Ma quale re? «O Rei»… Adesso forse qualcuno ha già capito di chi sto parlando. E se dico «O Rei do futebol» probabilmente comincia ad essere ancora più chiaro. Significa «il re del calcio» ed è uno dei soprannomi più conosciuti di Pelè, forse il più grande giocatore di sempre. Edson Arantes do Nascimento, fu battezzato Pelè da un suo compagno di squadra quando aveva 5 anni perché chiamava il loro portiere «Pilè» invece che «Bilè». Pelè era semplicemente una leggenda, famosissimo in tutto il mondo non solo nell’ambiente calcistico o sportivo. Lui stesso una volta disse di essere più conosciuto di Gesù. Pelè era cattolico e non intendeva naturalmente paragonarsi a Gesù per importanza, semplicemente voleva dire che se Gesù è un personaggio noto prevalentemente là dove è diffuso il cristianesimo, non esiste invece luogo al mondo dove lui non sia conosciuto. Ed è effettivamente vero. Ma cosa lo ha reso così famoso?
Innanzitutto era l’unico giocatore al mondo ad aver vinto ben tre mondiali: Pelè era infatti brasiliano e il Brasile vinse i mondiali nel 1958, nel 1962 e nel 1970, con lui in campo. Poi ha superato il record dei mille gol in carriera: secondo le statistiche ha segnato 1281 gol in 1363 incontri! È il Pallone d’oro Fifa del secolo e l’unico nella storia a ricevere il Pallone d’oro Fifa onorario. Il suo gol nella finale mondiale del 1958 è considerato il terzo più grande gol nella storia della Coppa del Mondo Fifa. E sembra non essere nemmeno il suo gol più bello! Pare che il gol più bello Pelè lo abbia segnato a 18 anni, nel 1959, in una partita di molto minore importanza. Quel 2 agosto Pelè realizzò un gol dopo una serie di giocate al volo di grandissima tecnica; ricevette lunghissimi applausi e pure i complimenti dei giocatori avversari, ma fu visto soltanto da poche persone, quelle presenti allo stadio. Oggi, quel gol potete vederlo anche voi perché è stato ricreato digitalmente! Pelè comunque segnò una serie infinita di altri incredibili gol. Veloce, capace di grandissima elevazione, forte, dotato di tecnica e grande fantasia grazie alla quale inventava giocate spettacolari: per decenni venne considerato il giocatore perfetto e divenne un’icona assoluta dello sport.
Ai suoi tempi il calcio sudamericano era il migliore: grazie a lui e ad altri campioni brasiliani cambiò per sempre la considerazione della nazionale e nacque il mito del Brasile. Ed è sempre grazie a lui che la maglia numero 10 è diventata oggi quella più ambita: quella di Maradona, Messi, Del Piero, Totti,. per capirci. Fino al 1958 il 10 era solo un numero come gli altri sulla maglietta, finché, per puro caso non finì addosso a Pelè. Ai mondiali di quell’anno in Svezia i dirigenti del Brasile mandarono la lista dei giocatori convocati alla Fifa dimenticando di indicare i numeri di maglia, che vennero quindi assegnati a caso. Il 10 andò a Pelè… e il resto è storia. Pelè cambiò anche lo stereotipo del calciatore nero, considerato a quei tempi atletico, ma generalmente poco tecnico.
La «perla nera» smise di giocare nel 1977: era ormai una star internazionale. È il brasiliano in assoluto più famoso: dichiarato «tesoro nazionale» e «patrimonio storico-sportivo dell’umanità», è stato anche uno tra gli uomini più intervistati e fotografati al mondo; ricevuto da 70 premier, 40 capi di stato e 3 papi. In Nigeria, nel 1969 venne fermata persino una guerra per poterlo vedere in campo! A questo punto dovrebbe essere più chiaro perché Pelè sia diventato «O Rei», il re. Il difensore azzurro Tarcisio Burgnich, dopo la finale dei mondiali persa dall’Italia in Messico nel 1970, ebbe a dire: «È fatto di carne ed ossa come tutti gli altri, mi dicevo prima di quella partita. Sbagliavo».