Conti

venerdì 26 Aprile, 2024

Partorire a Cavalese e a Cles costa di più: i dettagli emersi dal bilancio

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La sezione controllo della Corte dei Conti ha approvato la relazione sul rendiconto 2022

Sul bilancio dell’Azienda provinciale per i servizi sanitari 2022, c’è l’ok dalla sezione di controllo della Corte dei conti di Trento. Ai costi più alti per i reparti di ostetricia e ginecologia di Cavalese e Cles, si contrappongono i maggiori ricavi per le visite intramoenia, che sono quelle prestazioni dei medici di un ospedale effettuate fuori dall’orario lavorativo. «Il bilancio chiude in sostanziale pareggio, con un utile di 35mila euro, pur con il contributo di alcune voci di natura straordinaria non continuative – si legge nella relazione della magistratura contabile -. Risultano in significativo aumento i contributi da amministrazioni pubbliche e, in particolare, i fondi trasferiti dalla Provincia per un maggior valore rispetto all’esercizio precedente di 67,4 milioni di euro. Risultano in aumento anche i ricavi derivanti dall’attività libero-professionale intramoenia dei medici che passa da 11,9 a 13,3 milioni di euro mentre i ticket per le prestazioni in assistenza registrano un incremento di soli 365mila euro». La Corte dei conti evidenzia, nella voce costi, «l’aumento delle prestazioni specialistiche ed ospedaliere erogate da privati, In merito si evidenzia una spesa di 38,1 milioni e 101,6 milioni di euro».
Importanti, invece, le differenze di costi tra gli stessi reparti in ospedali collocati su territori diversi. «Sotto il profilo dei costi, le prestazioni rese dai reperti di ostetricia e ginecologia di Cavalese e Cles, calcolate secondo il criterio dei punti diagnosis related group, registrano un costo unitario medio di 20.298 euro e 17.621 euro contro i 5.200 euro dei reparti di Trento e i 4.823 euro di Rovereto». È quanto emerge dalla relazione della sezione di controllo della Corte dei conti di Trento che ha approvato l’esercizio 2022 dell’azienda sanitaria provinciale. «Alla luce dei dati una riorganizzazione del settore comporterebbe anche una più equa distribuzione delle risorse tra le diverse strutture, poiché l’evidente sottoutilizzo del personale locale potrebbe essere convertito a sostegno dei reparti con elevate scoperture» suggeriscono i magistrati contabili.