L'opera discussa

mercoledì 1 Marzo, 2023

Ospedale di Cavalese, tutti i dubbi sull’iter. Ripercorriamo tappa per tappa i passaggi

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Dai primi contatti nel 2019 ad oggi: la cronistoria

Quando davanti alla IV commissione del Consiglio provinciale, nel dicembre scorso, il sindaco di Cavalese Sergio Finato chiese a gran voce una «commissione di indagine» per far luce sulla vicenda dell’ospedale — «una vicenda che fa acqua da tutte le parti» — molti credevano che fosse esagerato. Solo le opposizioni presero la palla al balzo e trasformarono l’auspicio di Finato in un atto politico. La commissione di indagine però non passò, l’Aula respinse la proposta.
Lunedì scorso, sempre davanti alla IV Commissione consiliare, un altro sindaco ha rilasciato dichiarazioni che forse andrebbero approfondite: il predecessore di Finato, l’ex primo cittadino di Cavalese Silvano Welponer. E tutto ruota attorno a Silvano Grisenti, l’ex super assessore delle giunte Dellai, ora leader di Progetto Trentino — forza politica di maggioranza che esprime il vice di Fugatti — che nella vicenda dell’ospedale di Cavalese riveste un ruolo non ben definito, che Finato ha così descritto: «Grisenti si muove sul territorio come un procacciatore».
Ma per chi? «Per la Mak costruzioni», l’impresa che ha proposto alla Provincia un progetto di partenariato pubblico-privato (Ppp) per la realizzazione del nuovo nosocomio non nell’attuale posizione — con una ristrutturazione già decisa dalla precedente giunta e condivisa dalla giunta attuale — ma in località Masi di Cavalese.
La vicenda è nota, come sono noti gli scontri politici anche all’interno della maggioranza sull’opportunità di ristrutturare l’esistente o costruire ex novo un ospedale in un luogo che alcuni ritengono migliore, ma per altri non è adatto a un centro sanitario. Quello su cui si è concentrata per la seconda volta la IV Commissione sono i rapporti tra Provincia, Mak costruzioni e Grisenti.
All’attenzione sono i tempi in cui i territori sono stati informati della proposta della Mak, che sembrano antecedenti alla presentazione del Ppp in Provincia. E sotto la lente di ingrandimento un’interrogazione al Comune di Cavalese formulata da un consigliere comunale. La data da tenere a mente è quella del 16 gennaio 2020, quando — risponde Welponer al consigliere comunale — ammette di essere stato convocato a Trento assieme al presidente della Comunità territoriale di Fiemme Giovanni Zanon, dinanzi al presidente Fugatti, all’assessore Segnana, al direttore generale della Provincia Paolo Nicoletti, e ai dirigenti Raffaele De Col e Luciano Martorano. Secondo quanto riportato da Welponer — testuale nel comunicato stampa del Consiglio provinciale — «in quella sede il presidente Fugatti avrebbe confermato la volontà di procedere con la realizzazione dell’ospedale di Fiemme, Fassa e Cembra e parlato di una proposta sul tavolo. E l’ingegner De Col avrebbe quindi spiegato le motivazioni, indicando tra queste i tempi stretti in vista delle Olimpiadi del 2026». L’ex primo cittadino «ha quindi accennato a una richiesta di riservatezza che sarebbe stata avanzata durante l’incontro». Una richiesta che lo avrebbe preso alla sprovvista, tanto che — afferma — «mi sono scambiato uno sguardo di perplessità con Zanon».
Qui entra in scena Grisenti, che qualche giorno dopo raggiunge con una una telefonata l’allora sindaco: «Ci ha convocati nella Comunità territoriale», sede in cui Welponer avrebbe appreso ulteriori dettagli circa «la ditta che avrebbe promosso il progetto di finanza»: la Mak appunto.
Sommando le dichiarazioni di Welponer con quelle dell’ex scario della Magnifica comunità di Fiemme Giacomo Boninsegna, rilasciate alla stampa, si evince che ben prima del gennaio 2020 c’era chi si muoveva sul territorio con l’idea di un nuovo ospedale: «Nel mese di dicembre 2019 mi viene chiesto da parte di dirigenti della Provincia se la Magnifica era disponibile a cedere o meglio restituire alla Provincia visto che la permuta era avvenuta a febbraio 2019 parte della superficie del vivaio di Masi per la costruzione del nuovo ospedale. Mi venne chiesto di tenere la notizia riservata», e «finito il lockdown sono stato contattato da Mirko Pellegrini della Mak costruzioni, che mi chiedeva a titolo personale di verificare la possibilità che alcuni proprietari fossero disponibili a cedere i loro terreni».
E ancora, dalle dichiarazioni di Finato del dicembre scorso, emerge di nuovo il ruolo di Grisenti: «Nel corso del 2020 il progetto circolava già e si venivano a creare delle lobby per portarlo avanti. Gli uffici del Comune sono stati contattati da Silvano Grisenti, in veste di procacciatore, per fornire al geometra della Mak tutti gli elementi necessari. Di tutto ciò però non si discuteva in nessun contesto pubblico e agli amministratori non veniva data alcuna informazione. Per il sindaco «c’è stato quindi un dialogo con un privato che si è mosso sul territorio inviando i suoi consulenti, su mandato di Grisenti, per comprare dei terreni della Magnifica contattando i contadini dei terreni limitrofi e lo scario», che fu poi costretto a dimettersi. E aggiungeva, nella sua audizione in commissione: «La ditta si muoveva sul territorio disponendo di informazioni privilegiate», quelle che solo dopo sarebbero diventate di pubblico dominio. «Per queste ragioni — concludeva — nutro sospetti sulla trasparenza della procedura». I punti interrogativi sono molti.