la dichiarazione

giovedì 22 Febbraio, 2024

Orsi da trasferire, il ministro Pichetto Fratin: «Difficile, si sterilizzino». E alla Provincia: «Potenziare il piano dei cassonetti»

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M90 era stato segnalato 12 volte nei centri abitati o nelle immediate vicinanze di abitazioni stabilmente in uso e si era reso responsabile di 3 inseguimenti di persone

Il trasferimento di 70 orsi fuori dal Trentino appare sempre di più un obiettivo irrealizzabile. La giunta provinciale ci crede ancora, ma ieri è stato il ministro dell’Ambiente in persona a dire che «ci sono difficoltà». Tant’è che «ho chiesto a Ispra di preparare un piano che valuti anche la sterilizzazione», ha dichiarato Gilberto Pichetto Fratin a margine della presentazione del Rapporto ambiente Snpa a Roma. Non solo. Il ministro ha auspicato anche un incremento dell’utilizzo dei cassonetti anti-orso. Sempre ieri, tra l’altro, l’associazione animalista Lav ha reso noto un passaggio del parere dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) sull’abbattimento di M90, in cui si dice che «è possibile che l’individuo abbia acquisito un comportamento confidente in conseguenza del condizionamento positivo causato dalla disponibilità di rifiuti nei pressi o all’interno dell’ambiente umano».

M90 era stato segnalato 12 volte nei centri abitati o nelle immediate vicinanze di abitazioni stabilmente in uso e si era reso responsabile di 3 inseguimenti di persone. Alla luce di questo comportamento, ritenuto pericoloso per l’uomo, il 6 febbraio scorso l’animale è stato abbattuto dal corpo forestale provinciale su ordinanza del governatore Maurizio Fugatti.
Nelle ore immediatamente successive all’uccisione il ministro Pichetto Fratin aveva bacchettato la Provincia: «La soppressione non può essere l’unica alternativa», aveva affermato in una nota inviata agli organi di stampa. E ieri è tornato di nuovo sulla questione orsi in Trentino.

«Ognuno deve fare la sua parte — ha ribadito il ministro a margine dell’evento di presentazione del rapporto del Sistema nazionale protezione ambiente (Snpa) — Ho chiesto a Ispra di preparare un piano, valutando anche la sterilizzazione, vista la difficoltà di trasferimento degli orsi in sovrannumero». Così da contenere la popolazione di orsi. «Ma anche la realtà locale (cioè la Provincia, ndr) — ha aggiunto — deve attrezzarsi per evitare che gli orsi diventino confidenti». In sostanza ha parlato della necessità di un potenziamento del piano di cassonetti anti-orso.

Su questo punto è tornata a insistere anche la Lega anti vivisezione (Lav). Come? Riportando appunto un passaggio del parere di Ispra in merito all’abbattimento di M90. Parere, ricordiamo, favorevole all’uccisione dell’animale perché pericoloso per l’uomo. Queste le ulteriori considerazioni fatte dall’istituto: «Si raccomanda pertanto, nei tempi più brevi possibili la messa in sicurezza dei cassonetti, finalizzato alla completa esclusione dell’accesso a tali fonti di cibo da parte degli orsi per evitare lo sviluppo di comportamenti di confidenza, richiamando che è possibile che l’individuo abbia acquisito un comportamento confidente in conseguenza del condizionamento positivo causato dalla disponibilità di rifiuti nei pressi o all’interno dell’ambiente umano».

Una sponda per la Lav, che ha attaccato la Provincia: «Un parere che, pur riconoscendo concretizzate le condizioni per rimuovere (quindi non necessariamente uccidere) l’orso dal territorio, inchioda la Provincia di Trento alle sue dirette responsabilità nell’aver reso M90 un orso confidente. Al punto che lo stesso Ispra afferma che l’inefficacia delle misure di dissuasione messe in atto dai forestali trentini con l’uso di proiettili in gomma e cani da orso, sia riconducibile al fatto che i cassonetti non protetti continuavano ad esercitare una fortissima attrazione nei confronti dell’orso, tanto forte da renderlo insensibile al dolore e alla paura delle “misure avversive”. Ancora una volta — si aggiunge nel comunicato stampa dell’associazione — emergono quindi le responsabilità della Provincia che, dopo avere acquisito nel 2004 la gestione degli orsi introdotti con il progetto Life Ursus, a vent’anni di distanza non ha ancora concluso l’installazione dei cassonetti anti orso».