Il caso

martedì 14 Novembre, 2023

Omar Korichi cacciato da Futura per i post pro-Palestina: «Sono deluso: condannato per le mie idee»

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Il consigliere comunale a Rovereto: «Sono sempre stato una persona che si espone molto duramente sui social quando si tratta di guerre, che siano in Siria o in Palestina»

Sabato 11 novembre il consigliere comunale di Rovereto Omar Korichi ha ricevuto una e-mail nella quale il suo partito, Futura, dichiarava che Korichi, con effetto immediato, non avrebbe più fatto parte del gruppo per non aver adempiuto al ruolo di consigliere comunale. Sotto accusa, alcune pubblicazioni pro-Palestina, tra cui una vignetta che raffigura un soldato israeliano che chiede ad un bambino di condannare Hamas prima di riattaccare la spina del macchinario che lo tiene in vita. Korichi, però, è certo che siano anche altre le motivazioni che hanno portato i dirigenti di Futura ad espellerlo.
Korichi, come si spiega la decisione di Futura? C’erano state delle incomprensioni prima d’ora?
«Sulla questione della Palestina già nel 2021, a seguito della mia presa di posizione dopo i bombardamenti su Gaza, avevo ricevuto una minaccia da parte di un dirigente provinciale che voleva togliermi dal ruolo di capogruppo consiliare. Sono sempre stato una persona che si espone molto duramente sui social quando si tratta di guerre, che siano in Siria o in Palestina e ad un certo punto un coordinatore addirittura mi chiese di passare i contenuti al vaglio, prima di condividerli sulle piattaforme».
Ci sono stati altri screzi?
«Ho avuto dei diverbi anche lo scorso marzo quando mi sono opposto alla cittadinanza onoraria per le seconde generazioni, perché non deve essere considerata un merito per chi è nato qui. Credo che la mia insubordinazione abbia dato fastidio e venni rimosso dalla chat di gruppo su whatsapp che Futura usa per il coordinamento. Da quel momento non sono più stato calcolato».
Ha chiesto spiegazioni?
«Certo ed ho anche chiesto più volte di essere riammesso nella chat di gruppo, ma sono stato ignorato completamente».
Pare non sia piaciuto lo schieramento alle provinciali con la Civica, a sostegno del candidato Fation Mullici…
«Dopo 6 mesi in cui non sono stato calcolato dal mio partito, poco prima del 22 ottobre Futura si è riavvicinata a me chiedendomi di racimolare voti per il Pd dal mio elettorato. Mi sono sentito usato. Allora ho deciso di sostenere Mullici per mandare un messaggio ben chiaro contro chi strumentalizza gli immigrati o le seconde generazioni per elemosinare i loro voti, come fossero delle amebe ignoranti alle quali si fanno gentili concessioni quando invece sarebbero diritti di ogni cittadino».
Come siamo arrivati all’espulsione dal partito dopo il post di una vignetta pro-Palestina?
«Diciamo che la vignetta è l’ultimo post in ordine cronologico, sicuramente ha inciso nella decisione ma non è stato l’unico motivo. Ha sempre dato fastidio che mi esponessi sulla causa. Un paio di settimane fa Futura ha convocato una riunione dove i dirigenti mi hanno esplicitamente chiesto di dimettermi perché mi vedevano insofferente nei confronti del partito e per la mia estrema posizione filo-palestinese. Praticamente mi hanno dato dell’integralista. Mi hanno chiesto di dimettermi “così puoi dire quello che vuoi”, hanno dichiarato».
Invece, la sua posizione qual è?
«Io condanno il genocidio, la pulizia etnica che Israele sta attuando nei confronti del popolo palestinese, così come condanno le atrocità e crimini di guerra di Hamas».
Ha cancellato dei post compromettenti dopo l’espulsione dal partito?
«Assolutamente no. Se qualcuno ha degli screen che provano contenuti, oltre a quelli che ho attualmente sulle mie pagine social, me li faccia vedere».
È deluso?
«Deluso perché sento che mi hanno usato. Ma quello che mi dà più fastidio è che Futura rivendicava di essere un arcipelago di idee che dialogano e si confrontano ma tutto questo non c’è mai stato. Io con Futura a più riprese sono stato etichettato come omofobo, filo Erdogan, filo Putin quando riportavo la visione di Orsini che sosteneva che l’invio delle armi non cessano una guerra. Poi sono diventato filo Berlusconiano quando ho postato un messaggio il giorno della sua morte e, per ultimo, sono diventato filo Hamas perché dico che genitori a Gaza raccolgono pezzi dei loro figli bombardati dai missili e schiacciati dalle macerie. Dove sta la libertà di espressione? Il confronto? Il dialogo ti consente di crescere ma a Futura non c’è».
Cosa farà ora? Rinuncerà alla delega alla promozione delle reti culturali?
«Lunedì incontrerò la sindaca Robol, che ha già comunque espresso la sua comprensione nei miei confronti. Al momento non è in bilico la mia permanenza nella maggioranza del consiglio. Qualora la mia delega dovesse venire revocata, però, denuncerò, perché questo è un campanello d’allarme non tanto per i miei diritti quanto per la libertà di espressione più in generale. Siamo in un momento storico in cui persone vengono licenziate per i loro pensieri politici e questo, da ordinamento giuridico, è illegale. Io resisto, loro facciano quello che vogliono ma si devono aspettare conseguenze sul piano politico. La politica non può usarci finché siamo comodi e poi buttarci quando diventiamo scomodi, perché esprimiamo pensieri diversi. Se raggiungiamo la polarizzazione del pensiero, è la fine. Sono pronto a portare questo caso a livello nazionale, affinché non succeda al altri».