Il report
domenica 14 Settembre, 2025
Mostre e musei, i trentini al vertice della spesa nazionale: 154,76 euro al mese per la cultura
di Denise Rocca
Nel 2024 quasi la metà dei residenti in provincia di Trento (46%) ha visitato almeno un museo o una mostra

La provincia di Trento è prima sul territorio italiano per spesa familiare mensile in cultura e per la fruizione di musei e mostre. A certificarlo, il 21esimo rapporto annuale di Federculture (Federazione nazionale delle Imprese della Cultura, Regioni, Enti locali e tutti i soggetti pubblici e privati che gestiscono servizi legati alla cultura, al turismo e al tempo libero) presentato, per la prima volta in Trentino, ieri mattina al teatro Zandonai di Rovereto. Le famiglie trentine spendo in media 154,76 euro al mese in prodotti o servizi culturali, ricreativi e sportivi, quelle altoatesine poco meno (151,02 euro) e il 46% dei residenti va almeno una volta all’anno in un museo.
Sono i dati più significativi sulle abitudini culturali dei trentini che emergono dal documento nel quale il Trentino Alto Adige (alcuni dei dati presentati dal volume che analizza lo stato del sistema culturale italiano sono infatti aggregati con Bolzano) si ritaglia un ruolo di primo piano. Guardando alle abitudini delle famiglie il confronto è positivo anche con altre regioni economicamente forti come la Lombardia e il Friuli Venezia Giulia. Nel 2023 la spesa pubblica pro capite destinata dalla Regione alla tutela e valorizzazione dei beni culturali si è stabilizzata a 172,92 euro, ponendo la regione al secondo posto nel Belpaese dietro solo alla Valle d’Aosta: un dato significativo se si pensa che territori come la Lombardia e il Veneto si sono fermati a 4 euro per persona e il Lazio non ha superato i 7 euro pro capite. «È importante – ha introdotto la presentazione dei dati allo Zandonai l’assessora provinciale Francesca Gerosa – disporre di una piattaforma di informazioni che analizzano la cultura da diversi punti di vista: sia sul piano quantitativo ma anche e soprattutto su quello qualitativo affinché l’investimento delle risorse sia adeguato e con un incremento costante nel tempo. Abbiamo previsto la riorganizzazione del monitoraggio per misurare quella che è la creazione di valore pubblico, sui singoli territori e nel suo insieme».
La fruizione culturale
Nel 2024 quasi la metà dei residenti in provincia di Trento (46%) ha visitato almeno un museo o una mostra, collocando la provincia ai vertici nazionali, mentre i monumenti e i siti archeologici hanno attirato l’interesse di circa il 40% della popolazione: una quota tra le più alte in Italia. Accanto a questo legame con il patrimonio, si conferma anche una partecipazione vivace allo spettacolo dal vivo: il teatro ha coinvolto il 28,6% dei cittadini, un dato che avvicina il Trentino a regioni di lunga tradizione come il Lazio (29,3%); mentre i concerti hanno raggiunto il 28,7% di partecipazione e la musica classica l’11,7%, valore tra i più elevati a livello nazionale. Più debole invece la frequentazione del cinema, che nel 2024 si è fermata al 40,5%: una quota che, pur segnando una ripresa rispetto agli anni della pandemia, colloca la provincia nella parte bassa della classifica nazionale: l’influenza della presenza di sale che in Trentino sono per lo più concentrate nel capoluogo è però da tenere in considerazione nella valutazione del dato.
Il turismo culturale
Il report di Federculture che ogni anno si dà un focus di analisi, in questa edizione si è concentrato sul Turismo culturale, voce che per il Trentino è particolarmente importante soprattutto per lo sviluppo di quelle aree che non sono state tradizionalmente frequentate dal turismo della neve o della montagna e, secondo aspetto non di poco conto, per diversificare l’offerta rispetto a quella più tradizionale della settimana bianca. Anzitutto, il 51% dei viaggi culturali, ed il 70,8% degli arrivi, si concentra in 6 Regioni d’Italia: Toscana, Emilia Romagna, Trentino Alto Adige, Veneto e Lombardia. Il Trentino compare aggregato con i cugini di Bolzano a fianco di giganti come la Toscana, un risultato non indifferente. Guardando ai singoli territori, nel 2024 quasi un terzo dei comuni trentini rientrava nella categoria di quelli con caratteristiche culturali riconosciute, meglio solo Bolzano, l’Umbria e la Toscana che superano a questa voce il 40%.
L’88% dei visitatori della provincia di Trento ha scelto comuni comuni caratterizzati da due o più vocazioni, tra cui una culturale, storica, artistica o paesaggistica, una quota tra le più alte d’Italia. «Un risultato che evidenzia la capacità del territorio di valorizzare il patrimonio culturale non come elemento isolato – ha sottolineato Alberto Bonisoli, responsabile dell’Ufficio Studi Federculture – ma come parte integrante di un’offerta ampia che intreccia natura, identità locale e qualità dell’accoglienza».
I margini di miglioramento per il Trentino sono invece ampi sul tema dell’Art Bonus (lo sgravio fiscale garantito ai privati che sostengono la coltura): «A livello nazionale – ha spiegato Bonisoli – si è arrivati a 150 milioni di investimenti privati all’anno, segno che le imprese stanno cominciando a scommetterci. La cifra era la metà solo pochi anni fa», ma il Trentino si colloca a metà di una classifica che vede invece Lombardia, Piemonte e Toscana ai vertici.
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