il caso

lunedì 8 Aprile, 2024

Morì schiacciata da una mucca, l’università di Padova avvia uno studio sulla sicurezza e prevenzione nelle stalle

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Ghedina, presidente dei veterinari: «La morte di Chiara Santoli ha risvegliato le coscienze»

Chiara Santoli ha perso la vita a soli 25 anni mentre si trovava in una stalla di Sommacampagna per fare delle visite di routine agli animali: un’appassionata giovane veterinaria scomparsa mentre esercitava il lavoro che amava. Ha sconvolto la vita dei suoi famigliari e amici più stretti, ma anche il mondo professionale, all’indomani di un incidente così tragico, ha iniziato ad interrogarsi. «Dalla morte di Chiara una riflessione è stata aperta sul tema della sicurezza e della prevenzione – spiega il presidente dell’ordine dei veterinari Marco Ghedina – ha svegliato le nostre coscienze per la sua giovane età, il suo grande entusiasmo per questa professione. Gli ambiti lavorativi nel mondo del medico veterinario già di per sé sono diversificati: lavorare sui piccoli animali o su quelli da reddito è molto diverso sia per le dimensioni che per il comportamento. Siamo anche diversi come categoria nel suo complesso rispetto ad altre, per cui la legge sulla sicurezza sul lavoro dà delle direttive che necessitano poi di essere declinate nei vari settori. L’obiettivo è farlo meglio di quanto abbiamo fatto fino ad oggi». Da circa un anno e mezzo l’università di Padova, proprio quella dove Chiara Santoli si era laureata con il massimo dei voti in medicina veterinaria, con l’ordine dei veterinari di Trento, a cui Chiara era iscritta, e quello di Verona, dove il tragico incidente che le ha spezzato la vita è avvenuto, hanno avviato uno studio su sicurezza e prevenzione. Si tratta di un’ampia raccolta dati sugli incidenti in campo veterinario, in particolare con gli animali da reddito, con l’obiettivo di stilare delle buone pratiche, soprattutto preventive, specifiche per le diverse specializzazioni possibili di questa professione. «Si sta cercando – racconta Ghedina – di fare un lavoro strutturato per individuare i punti deboli e i pericoli che affronta un professionista, e non parliamo solo di veterinari ma anche di allevatori e di tutti gli operatori che hanno contatti con gli animali, nel muoversi all’interno di una struttura per l’allevamento. Anche perché le situazioni possono essere molto diverse: ci sono stalle a posta fissa, altre, come quella dove è morta Chiara, a posta libera per cui vanno indicate delle misure precauzionali da prendere, per esempio, in occasione di determinate visite o operazioni con gli animali. Per ora si stanno raccogliendo informazioni sulle tipologie di incidenti che si verificano, dove, con quali animali e nel corso di quali operazioni in particolare».
Le indagini in corso
Sulla morte di Chiara Santoli, schiacciata mortalmente contro la parete di un box dalla testata di un bovino nel novembre del 2022, la procura di Verona è pronta a chiudere le indagini classificando l’incidente come una tragica fatalità. La richiesta di archiviazione è stata notificata alla famiglia che con determinazione, ad un anno dalla scomparsa della giovane, aveva presentato delle memorie che hanno portato all’iscrizione nel registro degli indagati, con l’ipotesi di reato di concorso in omicidio colposo, di due persone: si tratta di Massimo Tabarini, proprietario dell’azienda agricola, l’agrigelateria Corte Vittoria di Sommacampagna dove la giovane veterinaria ha perso la vita e Piergiorgio Buniotto, medico veterinario dell’Ulss specializzato in Sanità animale degli allevamenti e produzioni zootecniche che quel giorno era con la ragazza nella stalla. La famiglia Santoli ha deciso di opporsi all’archiviazione.