Alto Garda

martedì 10 Giugno, 2025

«Mediatori contro il bullismo»: i primi diplomi a 20 studenti dell’alberghiero di Riva

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Un'iniziativa molto pratica: gli studenti hanno appreso tecniche di comunicazione non violenta, negoziazione e problem solving, applicandole in simulazioni e discussioni guidate.

Spostare l’accento dai «bulli» e dalle «azioni di prevaricazione» alla «gestione del conflitto» facendo in modo che la dinamica dell’esercizio di potere sia oggetto di mediazione tra pari: in parole povere fare in modo che gruppi di studenti o singoli affrontino rancori, tensioni, malumori, rabbia e quant’altro sia fonte di conflitto mettendosi reciprocamente nei panni dell’altro. Una dinamica tutt’altro che semplice da realizzare e proprio per questo è stato necessario formare i diretti interessati, ossia gli alunni e le alunne che ora sono ufficialmente mediatori con l’arduo compito di evitare che i disagi sfoghino in violenza, verbale, fisica e multimediale sui social.

 

Pioniere dell’iniziativa è stato il Cfp Enaip Alberghiero di Riva che ha avviato più di un anno fa il progetto «Stare bene a scuola» un percorso formativo innovativo che ha coinvolto attivamente gli studenti. Un progetto pionieristico che vuole testimoniare l’impegno dei giovani e l’efficacia di un’educazione che pone al centro le competenze socio-emotive. Scopo dell’iniziativa è quello di consentire la gestione delle questioni di conflitto con l’obiettivo di non deviare l’attenzione dal problema, ma evitare di ridurlo a una semplice etichetta. Per fare questo 20 alunni hanno deciso di partecipare all’importante formazione e ora sono ufficialmente diplomati quali mediatori dell’istituto.

 

Il loro ruolo troverà applicazione con il nuovo anno scolastico. Alla cerimonia di consegna degli attestati agli allievi mediatori c’erano la direttrice dell’ istituto rivano Elisabetta Filippi, il coordinatore del progetto Michele Rocelli, la dottoressassa Elena Faccio dello sportello ascolto dell’istituto alberghiero e i due docenti referenti della scuola per la prevenzione degli episodi di bullismo e cyberbullismo Paolo Fabris e Nicola Testoni. L’iniziativa ha previsto la formazione di gruppo come «mediatori dei conflitti», promuovendo così ruoli che portano a una responsabilizzazione paritaria in relazione ai problemi di prevaricazione tra pari. «Questo gruppo di mediatori – spiega la direttrice Filippi – è servito come ponte per dialogare con esperti e docenti riguardo alle problematiche individuate e ai possibili approcci di intervento. Il corso, è stato condotto da Rocelli, e ha rappresentato un pilastro fondamentale nella formazione dei nostri giovani, dotandoli di strumenti essenziali per affrontare le sfide relazionali della vita quotidiana.

 

L’obiettivo principale è stato quello di sviluppare la capacità di “mettersi nei panni dell’altro”, sospendendo il giudizio e cercando attivamente un punto di incontro attraverso il dialogo e la comprensione reciproca. Crediamo fermamente – continua la direttrice – che educare i nostri ragazzi alla mediazione sia un investimento prezioso per il loro futuro e per la costruzione di una società più inclusiva e pacifica. Questo progetto ha fornito competenze utili non solo a scuola ma trasferibili in ogni aspetto della vita, dalle relazioni personali a quelle professionali». Sono state apprese tecniche di gestione di conflitti, coltivata l’empatia, l’ascolto attivo e il pensiero critico. Durante il corso gli studenti hanno appreso tecniche di comunicazione non violenta, negoziazione e problem solving, applicandole in simulazioni e discussioni guidate.

 

L’approccio pratico e partecipativo ha permesso ai ragazzi di interiorizzare i principi della mediazione, trasformandoli in veri e propri agenti di pace all’interno della comunità scolastica e, in futuro, anche nella società. La mediazione avverrà comunque con la supervisione di un adulto / docente. Anche per questo è stato attivato un corso di aggiornamento obbligatorio per docenti «So/stare nel conflitto mediazione creativa come strumento interattivo». Il progetto punta a coinvolgere docenti e studenti per creare un ecosistema scolastico in cui l’intervento permette di promuovere educazione, la sensibilizzazione e l’inclusione. «Attraverso questa formazione – conclude Filippi – i docenti saranno in grado di sviluppare competenze sociali e comunicative che li renderanno capaci di affrontare e trasformare i conflitti in momenti di crescita sia per loro stessi che per i loro studenti».