Il caso
giovedì 11 Dicembre, 2025
Maxi frode per ottenere la patente usando foto di altri: 110 imputati a processo dopo l’inchiesta «Gemini» della Stradale
di Benedetta Centin
Ora sono chiamati a rispondere a vario titolo di sostituzione di persona, di uso di atto falso e induzione in errore del pubblico ufficiale
Scambio di persona, e di fotografia, per ottenere la patente. Sono 110 gli imputati per i quali ieri si è aperto il processo davanti al giudice Rocco Valeggia, chiamati a rispondere a vario titolo di sostituzione di persona, di uso di atto falso e induzione in errore del pubblico ufficiale designato agli esami. Fatti commessi, per l’accusa, a Trento ma anche a Bolzano, nel Mantovano, a Reggio Emilia e provincia, nel Vicentino e Veronese tra il 2017 e il 2021. Ad oggi sono diversi coloro che risultano però irreperibili.
Era il 2022 quando la maxi operazione «Gemini» della polizia stradale aveva portato alla sfilza di denunce, anche nei confronti dei tre dimoranti nelle province di Reggio Emilia, Modena e Bergamo che si erano presentati in sostituzione a chi avrebbe dovuto fare realmente l’esame di guida, muniti di falsi documenti identificativi.
A Trento in particolare, a partire da giugno 2017, avevano inoltrato alla Motorizzazione un’istanza per conseguire la patente allegando della documentazione falsa, con foto, carta d’identità o certificati medici che invece che appartenere al reale titolare della domanda ritraevano due degli indagati, che agivano dietro compenso. Quanto alle fotografie venivano scambiate e modificate con una app telefonica che permetteva di alterare una fototessera. Un «sistema» che sarebbe proseguito fino a febbraio 2021.
L’attività d’indagine era stata avviata dalla polizia stradale nell’aprile del 2020 e sviluppata per oltre un anno con perquisizioni domiciliari nel nord d’Italia. Aveva consentito di sequestrare anche materiale informatico che ha poi permesso di proseguire gli accertamenti. Un autentico vaso di Pandora. Era stato infatti scoperto che il fenomeno era pratica diffusa ed estesa a livello nazionale. E allora era scattato il sequestro di settanta patenti di guida ottenute illecitamente dai tanti stranieri residenti in più parti d’Italia.
Secondo quanto ricostruito dagli agenti coordinati dalla Procura di Trento sarebbero infatti stati diversi i casi di cittadini extracomunitari che, per ottenere il titolo abilitativo alla guida in Italia, anziché sostenere di persona gli esami previsti, si facevano sostituire illegittimamente da connazionali con tratti somatici simili e adeguatamente preparati per superare le prove obbligatorie per il rilascio della patente di guida.
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