La storia

domenica 14 Dicembre, 2025

«Mamma a 47 anni: una gioia così grande che non mi sono curata delle critiche»

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Samuela Calliari: «Quando ho scoperto di essere incinta non potevo crederci. La società dovrebbe permettere alla donna di potersi dedicare alla propria famiglia, pur lavorando. Il desiderio? Non prima dei 35 anni»

Il calo demografico e l’aumento dell’età delle madri che partoriscono sono temi noti. Solo qualche giorno fa, il Ministero ha pubblicato i dati del Certificato di assistenza al parto (Cedap) che riportava un segno negativo di poco più di dodicimila nascite tra il 2024 e l’anno precedente in tutta Italia. Così come un aumento dell’età di concepimento del primo figlio. Le motivazioni possono essere ricercate nella scarsità di servizi adeguati e di politiche favorevoli a chi vuole diventare genitore. La stabilità lavorativa e, per molti, quella economica viene raggiunta dopo i 30 anni e questo blocca gli istinti materni. Un altro aspetto è la poca informazione su temi come fertilità e crioconservazione degli ovuli.
Sono tante le storie, in Trentino come in tutta Italia, in cui le gravidanze arrivano dopo i trenta o quarant’anni anche per questo motivo che, unito agli altri, blocca completamente il desiderio di mettere al mondo un figlio. Tante le donne che ogni giorno si trovano a dover fare i conti con questi ostacoli, tra queste c’è la trentina Samuela Calliari, diventata mamma della piccola Sveva Luce a 47 anni.

Diventare madre a 47 anni, come è stato?
«Mi chiamavano primipara attempata (una donna che partorisce dopo i 35 anni ndr), ho una bambina di quasi 4 anni, io ne ho 50 e so che lei vivrà una mamma più vecchia. Ad Arco, il primario Arne Luehwink mi aveva detto che era un po’ tardi per me, ma alla fine la mia bambina è arrivata lo stesso, per caso».
Prima di allora non aveva avuto il desiderio di diventare madre?
«È arrivato tardi, verso i 35 anni, perché ero molto presa dalla mia professione e lo sono ancora. In passato non avevo mai riflettuto sulla tematica e purtroppo non avevo incontrato delle opportunità di informazione spontanee. È chiaro che con i mezzi che abbiamo a disposizione oggi, avrei potuto trovare tutto, sarebbe bastato cercare su internet e immediatamente mi si sarebbe accesa una lampadina. Non avendo il desiderio al tempo, la società ti presenta opportunità di procreazione medicalmente assistite con tempi non definiti e quindi io non mi ero posta il problema. Ho girato tutto il mondo, ho fatto qualsiasi cosa per cui non avevo questo desiderio. All’epoca avevo una relazione importante, però il desiderio non mi era venuto prima dei 35 anni e non con una spinta così importante da cercare informazioni. In seguito, sono successe altre cose, ma ho sempre pensato che la vita vada vissuta e apprezzata anche senza figli. Nel tempo ho incontrato il mio attuale compagno, ma era tardi per diventare madre e quindi non ci pensavo più. Poi ho scoperto di essere incinta e non potevo crederci. Avrei però voluto che la società mi avesse messo di fronte prima questo».
Intende dire che manca informazione sul tema della fertilità?
«Sì, a meno che uno non faccia ricerche in autonomia. Andrebbe fatta già dalla scuola, che è un momento in cui una persona ha tutta la vita davanti. È un modo per conoscere le potenzialità che si hanno, gestirle in qualche modo. E questo è compito della società contemporanea, anche dei luoghi di cultura, dei musei. Un compito che va condiviso dalla politica e non solo economica. La società dovrebbe permettere alla donna di potersi dedicare alla propria famiglia, pur lavorando».
Si è sentita giudicata per aver avuto una figlia a 47 anni?
«Sì, ma la gioia di essere madre è talmente grande che non me ne sono curata».
Possiamo dire che se c’è un’età scientificamente migliore, non ne esiste realmente una per diventare mamma?
«Nella dimensione relazionale no. Le forze si trovano, io che adoro dormire, ora mi alzo regolarmente alle 6.10 tutte le mattine e non mi mancano le energie, non faccio sacrifici. Sicuramente l’arrivo di un bambino è un motore a propulsione potente, adatto per andare sulla luna».