Sport
lunedì 25 Agosto, 2025
Per Magagnotti tris di medaglie iridate, il ds Claudio Caldonazzi: «A crono è come Ganna, in volata non ha eguali»
di Angelo Zambotti
L'ex allenatore racconta il ciclista lagarino: «Già a 14 anni era pronto a qualsiasi sacrificio»

Con due maglie iridate già nel borsone, domenica il 18enne lagarino Alessio Magagnotti ha centrato la terza medaglia mondiale chiudendo terzo nel chilometro da fermo. La spedizione olandese sul velodromo di Apeldoorn si è quindi rivelata memorabile per il talento ora in forza alla scaligera Contri Autozai, capace prima di bissare il titolo nel quartetto già centrato un anno fa in Portogallo, poi di dominare l’inseguimento individuale confermandosi tra i prospetti più interessanti del ciclismo internazionale, infine di mettersi al collo un prezioso bronzo. Chi conosce benissimo Magagnotti è Claudio Caldonazzi, suo ds per due anni negli allievi della Forti e Veloci: due anni fa, Alessio regalò a Claudio la Coppa d’Oro di Borgo Valsugana, una sorta di «mondialino» under 16 in cui vengono premiati proprio i direttori sportivi.
Caldonazzi, ci racconti il suo biennio con Magagnotti.
«Ho conosciuto Alessio che aveva 14 anni, e nonostante la giovane età è sempre stato un ragazzo deciso nel perseguire i propri obiettivi, pronto a qualsiasi sacrificio. Lui è di Avio, e le nostre uscite solitamente partono da Romagnano, quindi gli dicevo che volendo avrebbe potuto aspettarci a Mori, ma lui si è sempre fatto portare alla partenza della seduta per non perdersi nemmeno un metro di allenamento. Solamente durante le vacanze del primo anno da allievo ho dovuto un po’ riprenderlo, nella seconda stagione gli ho tirato un po’ le orecchie e penso ne sia valsa la pena vista la lunga serie di vittorie ottenute».
La sua Forti e Veloci del 2023 era qualcosa che andava ben oltre Magagnotti, con il titolo italiano su strada di Edoardo Caresia e il tricolore nel quartetto su pista con la maglia del Trentino.
«Sì, e Alessio ha sempre tenuto molto agli amici. Spesso ha lasciato vincere i compagni di squadra, sapeva bene già a 16 anni che i rapporti umani vanno coltivati sia per il sentimento di amicizia, sia perché aiutano a raggiungere determinati risultati anche in uno sport individuale».
Facendo un passo indietro, come fu il primo impatto con Alessio?
«Al di là della sua maturità e delle vittorie che aveva già centrato da esordiente, ricordo che a 14 anni aveva una sorta di “soggezione”, sportivamente parlando, di un coetaneo veneto. Io gli dissi “lui ha due gambe come te, allenati e vedrai”, da lì prese una certa consapevolezza che l’hanno portato a migliorarsi ancora. Nell’ambiente c’era chi diceva che otteneva certi risultati perché macinava tantissimi chilometri, in realtà era quello che ne faceva meno, tra gli impegni in pista e il fatto che spesso lasciava la bici a Romagnano. Un’altra cosa che mi ha colpito fin da subito è che non ha mai cercato scuse per giustificare eventuali risultati magari sotto le attese: questo è un sintomo di mentalità, ai ragazzi dico sempre che non servono scuse, ma soluzioni per migliorare».
Che tipo di corridore potrà diventare?
«Parto col dire che è uno dei più veloci che io abbia mai visto. Poi è molto attento, ha capito già da giovane in che posizione del gruppo bisogna stare per poter primeggiare. E, cosa non da poco, ha un controllo del mezzo superiore a tanti, sembra che lui e la bicicletta siano una cosa sola. Per le capacità in pista e a cronometro lo paragonerei a Filippo Ganna, anche se per Alessio sarà il tempo a dire se riuscirà a emergere anche nelle cronometro lunghe. Per la volata non saprei paragonarlo a nessuno, è davvero il più veloce di tutti, e non solamente a livello nazionale. Vedremo quando le corse si allungheranno se riuscirà a mantenere queste caratteristiche, io sono fiducioso».
Che consiglio darebbe a Magagnotti per il suo futuro?
«Penso di avergliene già dati tanti nei due anni in cui ho avuto la fortuna di essere il suo ds. Il mio compito è finito con il suo passaggio di categoria, ma ora ci saranno altre persone più qualificate per fornirgli altre indicazioni. E quel che più conta è che il ragazzo è molto intelligente, quindi saprà fare tesoro di ogni consiglio».