La protesta

venerdì 10 Maggio, 2024

La protesta delle guide del Muse: «Giovani, laureati e sfruttati. Ora rischiamo il licenziamento»

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Bellini (Cgil): «200 dimissioni in 10 anni. E con il nuovo contratto forte rischio di licenziamenti, intervenga la Provincia»

Qualche anno fa uno dei grandi vetri che compongono la facciata del Muse si ruppe e dovette essere sostituito, sembrava una metafora di quello che stava accadendo al suo interno. Di come un ente museale all’avanguardia, fiore all’occhiello della proposta culturale del Trentino, nascondesse in realtà più di una increspatura rispetto all’immagine linda e patinata che voleva mostrare, ossia le condizioni lavorative di una parte integrante della sua forza lavoro: i pilot. Con questo termine sono indicate le guide del Muse, giovani molto preparati, hanno tutti una se non due lauree, che svolgono principalmente due compiti: accompagnano nella visita i gruppi organizzati (scolaresche soprattutto, ma non solo) e fungono da guide sui piani per tutti i visitatori.
Da anni i pilot lamentano le loro condizioni di lavoro, sono dipendenti di tre cooperative che li impiegano sulla base di un bando stipulato con la Provincia, tanto che in 10 anni, dall’apertura del Muse, quasi 200 si sono dimessi. Ieri i pilot attuali, circa una trentina, sono tornati a protestare proprio davanti al Muse in una lotta che allaccia presente e futuro.
«Così non ce la facciamo»
«Giovani laureati e sottopagati» recita uno dei cartelli che le guide del Muse hanno portato con sè e che ben riassume il loro stato d’animo. Due sono i problemi che attanagliano questi lavoratori: la retribuzione e l’organizzazione del lavoro. «Alcuni di noi hanno contratti di 36 ore settimanali, altri di 18 ma spesso finiamo per fare ore simili – racconta una lavoratrice – Questo perché il Muse raccoglie prenotazioni da scuole e gruppi e poi chiede alle cooperative di coprire i servizi. A quel punto le cooperative fanno i turni e se un giorno ci sono 90 visite si coprono 90 visite». Poco importa se questo significa lavorare più ore di quante ce ne sono nel contratto. «Ci fanno lavorare di più e poi magari ci lasciano a casa il mese dopo per pareggiare. O peggio ancora ci aumentano le ore di contratto per un mese, per non pagarci gli straordinari». Una specie di banca ore che non ha niente di sindacale però. «Non funziona così la banca ore e soprattutto non è mai stata concordata – denuncia Alberto Bellini della Fp Cgil che segue i lavoratori nella protesta – Inoltre la banca ore può essere solo in positivo, ossia di ore lavorate in più. Invece ai pilot viene persino considerata in negativo quando li lasciano a casa mettendoli in “debito” di ore verso la cooperativa e quindi il Muse». Questa organizzazione del lavoro fluttuante significa che i lavoratori sanno i loro turni anche con solo 24 ore di preavviso. «Così è impossibile vivere, perché non si riesce ad organizzare la propria vita». C’è poi anche il tema della retribuzione, chi lavora di più, anche 36 ore, guadagna circa 1.200 o 1.300 euro. «Pochi per vivere in Trentino – osserva Angelini – Pochissimi se si pensa che parliamo di lavoratori altamente specializzati, con due lauree e che parlano più lingue».
Lo spettro del nuovo contratto
Se ai pilot del Muse ora sembra di essere in una padella, il timore è che presto passeranno alla brace. Il contratto che lega le cooperative al Muse è scaduto da tempo, tanto che sono già state fatte due proroghe. Un contratto, quello scaduto, che non regola solo il lavoro dei pilot ma anche quello del personale che si occupa della reception, del negozio del Muse e altro. La normalità vorrebbe che fosse la Provincia, nella figura dell’assessorato alla cultura, assieme all’Agenzia proviciale per gli appalti e i contratti a indire il nuovo bando di gara per il servizio. E invece è stato il Muse, che è una stazione appaltante, ad avviare a ottobre scorso, proprio nel passaggio tra una giunta e l’altra, una «procedura competitiva con negoziazione» per l’affidamento dei servizi. «Il risultato è stato quello di aprire una trattativa con le cooperative che si sono presentate e che arriverà a compimento a fine giugno – spiega Alberto Bellini – Ma è una trattativa che ci preoccupa molto». Questo perché, secondo il sindacalista, il nuovo contratto dimezzerebbe le ore di lavoro annuale previste per i pilot. «Si passa dalle circa 40mila di oggi a 19mila. Questo perché rimane il servizio di guida dei gruppi ma viene cancellato quello di guida ai piani. E infatti non a caso aumetano tantissimo le ore di custodia previste, circa 30mila». In pratica con il nuovo contratto sui piani del museo, denuncia la Cgil, non ci saranno più le guide, ma semplici custodi. Un danno per la cultura, ma anche per i lavoratori. «Rischiamo licenziamenti importanti, anche di metà del personale, e una significativa riduzione delle ore per chi rimane». Il 20 maggio è previsto un incontro in Provincia con Gerosa e Fugatti. «Chiederemo che sia aggiunto un altro modulo di ore nel bando di servizio a sostegno delle guide». Intanto il Comune di Trento, presente alla protesta nella figura dell’assessora Casonato e del consigliere Filosi, ha assicurato ascolto e sostegno. Supporto è arrivato anche dai rappresentanti di Alleanza Verdi e Sinistra, Renata Attolini e Jacopo Zannini, presenti al presidio.