La storia

sabato 11 Ottobre, 2025

In coda sette ore a Trento per vedere «Ibra», la storia di Marco Ralpan: «Sono arrivato alle 8, sogno di incontrarlo da una vita»

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Con una seggiola pieghevole e uno zainetto rosso ha atteso pazientemente prima dell'evento al Festival dello Sport

Un Festival dello Sport che, come ogni anno, permette a tifosi e appassionati di stare a stretto contatto con i propri idoli sportivi. Tra questi, come nell’edizione di due anni fa, anche Zlatan Ibrahimovic, leggenda del calcio italiano con le maglie di Juventus, Inter e soprattutto Milan, club con il quale ha stretto un legame profondo fino ad assumerne la carica attuale da dirigente. L’incontro con il fuoriclasse svedese è stato quello che ha generato più attesa nella giornata di ieri: Marco Ralpan si è presentato alle 8 di fronte all’ingresso dell’auditorium Santa Chiara con una seggiola pieghevole e uno zainetto rosso. Sette ore di attesa per poter vedere da vicino il suo beniamino, mentre la fila intorno a lui andava ad ingrossarsi di ora in ora fino al sold out finale.

Marco, come mai ha deciso di essere qui fin dalle prime ore del mattino nonostante l’evento cominciasse alle 15?
«Perché l’ultima edizione del Festival avevo cercato di partecipare all’incontro con lui, ma ero arrivato alle 10 del mattino e c’era già un fila lunghissima e non sono riuscito ad entrare al Teatro Sociale in quel caso. Così ho deciso fi giocare d’anticipo per non rimanere escluso».

Come mai questo desiderio così forte di vederlo?
«Beh, sono milanista! Dopo essermelo perso una prima volta mi sono detto che quest’anno era l’occasione giusta. Ho preso ferie proprio per venire qui il prima possibile».

Sei mai riuscito a incontrarlo?
«Purtroppo no. Il Festival è un’ottima occasione per vedere il proprio idolo da vicino e confido che essere qui con molte ore d’anticipo mi consenta di avere un posto vicino al palco. Negli ultimi minuti dello spettacolo c’è sempre tantissima calca di persone che, come me, vogliono vederlo da vicino, spero io sia uno dei fortunati, d’altronde sono qua in fila proprio per questo».