La critica
martedì 23 Dicembre, 2025
Il Pil Trentino rallenta, i sindacati: «Siamo in fase di stagnazione, basta entusiasmarsi per grandi opere e turismo»
di Redazione
Secondo i dati Istat, l'incremento dello 0,4% nel 2024 è inferiore alla media nazionale: «Tendenza preoccupante e pericolosa: serve cambiare rotta»
L’ultimo rapporto dell’Istat su Pil e consumi “condanna” il Trentino: con un incremento dello 0,4% nel 2024, dato inferiore alla media nazionale dello 0,7%, la provincia registra uno dei valori più bassi del Paese, in linea con quelli del Nord-Est che sono rimasti praticamente uguali a quelli del 2023 (+0,1%).
La notizia era nell’aria già dall’estate, occasione in cui i sindacati avevano parlato di un chiaro «campanello d’allarme». Dopo l’uscita del rapporto, le organizzazioni tornano a rivolgere il loro appello alle istituzioni: «I dati Istat sulla crescita economica in Trentino non ci sorprendono – si legge nella nota congiunta dei segretari Andrea Grosselli (Cgil), Michele Bezzi (Cisl) e Walter Largher (Uil) – Tutti gli indicatori segnalavano già un progressivo rallentamento delle dinamiche produttive in provincia negli ultimi tre anni. La conferma che nel 2023 il Pil provinciale è cresciuto solo dello 0,4 per cento e le stime per il 2024 ferme allo 0,5 per cento dimostrano che siamo sostanzialmente in una fase di stagnazione anche considerato il fatto che nello scorso biennio il Pil pro capite è salito solo di un misero 0,2 per cento. Se a questo si aggiunge che nell’anno in corso la giunta provinciale prevede una crescita non superiore allo 0,5 per cento, la tendenza risulta preoccupante e pericolosa».
«Bisogna abbandonare ogni facile entusiasmo e ammettere che politiche fondate solo su opere pubbliche e turismo non possono garantire al Trentino un livello di sviluppo in grado di sostenere la crescita di posti di lavoro qualificati, l’aumento del potere d’acquisto dei salari, la competitività del sistema economico locale e con essi contribuire alla sostenibilità delle finanze pubbliche provinciali e quindi del welfare locale – proseguono i sindacati – Oggi più che mai serve un cambio di rotta delle politiche provinciali che abbandonino strumenti di aiuto a pioggia e imbocchino la strada di interventi sempre più selettivi a sostegno del sistema economico. Serve quindi ripartire dagli investimenti pubblici e privati in innovazione per rigenerare il settore industriale e rilanciare i servizi avanzati in modo da rendere sempre più attrattivo il Trentino per lavoratori ed imprese visto che in questi ambiti i livelli di produttività e valore aggiunto sono più alti e con essi anche le dinamiche retributive».