Scuola
venerdì 6 Giugno, 2025
Il Liceo Prati incontra i genitori e si dice positivo sul futuro: «Contiamo di fare tutte le sezioni»
di Tommaso Di Giannantonio
La dirigente Baratter confida di tenere tutti e quattro i percorsi attivi, nonostante il taglio previsto
Il liceo classico Prati ci crede ancora. Nonostante il taglio delle sezioni impresso dal Dipartimento istruzione, la scuola conta di riuscire a mantenere tutte le classi a settembre. Ieri pomeriggio si è svolta l’assemblea con i genitori dei futuri studenti del primo anno (quarta Ginnasio), preoccupati per le sorti di uno dei quattro percorsi a cui si sono iscritti i loro figli. «Siamo fiduciosi», spiega la dirigente Paola Baratter al termine dell’incontro.
Il taglio delle classi al Prati è stato al centro di un’interrogazione presentata dal consigliere provinciale Andrea de Bertolini (Partito Democratico), che è stato il primo a denunciare la riduzione di due classi: da 4 a 3 al primo anno e da 5 a 4 al terzo anno (prima Liceo).
Da qualche anno ormai il Prati offre quattro diversi percorsi, ciascuno con una propria sfumatura disciplinare: l’Archimede, l’Erodoto, l’Euripide e il Pitagora. A settembre il liceo potrà contare su 73 nuovi iscritti al primo anno, ma a questi – alla luce del trend storico – potrebbero aggiungersi i bocciati e qualche studente indeciso dell’ultima ora. Basterebbero due o tre iscritti in più per far scattare la classe. «Siamo fiduciosi che l’amministrazione provinciale ci verrà incontro — si limita a dire Baratter — In questi giorni è stato avviato un confronto. Siamo fiduciosi».
La decisione di ridurre le classi «non solo rischia di compromettere gravemente la qualità dell’offerta formativa — aveva sottolineato de Bertolini — ma appare in palese contrasto con i principi di buon senso, equità e rispetto delle regole». Ma l’assessora all’istruzione Francesca Gerosa, nella sua risposta all’interrogazione, ha spiegato che le direttive provinciali sulla formazione dell’organico «non sono suscettibili di interpretazione discrezionale da parte delle singole istituzioni scolastiche, nemmeno in presenza di potenziamenti curriculari».
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